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Gentile Direttore,
seguo con molto interesse le iniziative di questo nuovo governo, e ne comprendo le ottime intenzioni.
Con il solo intento nazionalistico, nel senso che amo molto il mio Stato, vorrei esprimerle un problema che nessuno affronta o ha il coraggio di affrontare: la cultura. Tutti dicono cultura, ma nessuno forse è in grado di definirla per ciò che è, come si ottiene, di cosa consiste. Mi perdoni, ma nessuno, oltre a riempirsi la bocca di questa parola, sa prenderla in mano, vedere da cosa è formata, come ottenerla per chiunque, chi l’ha e chi non l’ha.
Tanto per cominciare, Cultura è Informazione, ma per l’Informazione ci vogliono le fonti. Queste si trovano? In parte, ma per buona parte sono interpretate, elaborate, ed anche riscritte, ove la lingua originaria sia difficile. Più o meno di quello che fa un cronista che descrive un fatto.
E’ giusto, perché opinioni ed interpretazioni sono un diritto, ma bisogna affermare che è soprattutto il confronto fra di loro che dà il concetto di massima, la via da procedere.
Ebbene , attualmente non c’è confronto, né elaborazione: ad esempio, chi parla di Storia, se contravviene una notizia o un’ipotesi è estremista. Quindi, deve tacere, parlandogli addosso, raschiando il pentolone familiare dei probabili errori, li ingigantisce eccetera, e spegne talvolta qualcosa di importante. Di recente è avvenuto, sia per chi parlava di foibe, dicendo che i titini avevano ragione perchè la terra era loro ( ma non si era detto che i confini non esistono?)quando la terra era italiana, sia per chi raccontava le imprese di Giulio Cesare, andato in Gallia per cercare di allearsi ( nel passato i Galli non erano arrivati, bruciando ed uccidendo, fino a Roma?) con alcune loro tribù per essere , invece, contattato da una loro tribù che gli chiedeva aiuto per fermare chi distruggeva loro. No, questo secondo tanti è una scusa o non è vero. E’ solo un esempio: la verità è che o si racconta la Storia come la vuole qualcuno, o non si racconta.
Quando poi uno va a guardarsi le fonti, li manda a quel paese. Sì, ma i libri sono scritti da chi inventa la realtà o da chi la distorce, la strappa, la edulcora, la rende infine falsa. E su questo vanno gli sforzi dei nostri figli, su un mucchio di baggianate, addolcite con un mare di particolarità non richieste nella stessa pagina delle regole o dei fatti narrati che fanno disperdere l’attenzione sul filo conduttore del testo (chieda ad un qualunque psicologo), a discapito dello studio
Vorrei che la storia romana non fosse scritta da un francese, che rende i romani un mucchio nebuloso di malavitosi, vorrei che si rendessero conto che la loro Grandeur è costruita una momentanea obnubilazione di uno dei fatti del filo storico: sono stati i primi a diventare regno con una capitale, ma…. prima di loro ? E da chi avevano imparato la Legge, l’Arte , l’Idraulica, la scrittura stessa? Hanno fatto un salto storico dicendo che sono stati i primi ad avere un governo fermo: davvero? E perché la memoria popolare, che talvolta è illuminante, dall’Alpi al Manzanarre e fino in Russia chiama il premier “Caesar”? (per non dire l’origine della parola stessa) E poi, il Rinascimento è danese, è norvegese? Chi da senso agli studenti della magnifica guida che siamo stati noi italiani, a partire dalla madre di Roma, Veio , fino a quando non hanno creato una fessura fra popolo e governi, i quali non hanno mai avuto il coraggio di imporsi, per cause dovute anche all’atteggiamento papale, che ha più volte interposto le sue paure, dettate dall’estremismo, sull’unione del nostro attuale stato.
Avrei un elenco lunghissimo ma non voglio dilungarmi, il fatto è questo:
Lei, che è diffuso dappertutto perché dirige un’Agenzia, che molti ai quali parlo dicono ottima, se ha contatto con qualche bravo Ministro o qualcuno dei suoi collaboratori, perché non prova a suggerirgli di riformare il libro di testo delle scuole, a partire dalle elementari? E’ più importante il gender o scrivere senza fare errori? Io so solo che è da lì che si comincia per avere la coscienza storica, maturata seguendo un buon percorso fino alla Laurea, o per lo meno, al Titolo di Studio; è da lì che si sa per chi votare e per quali programmi, si risponde alle arroganze estere con la pura evidenza, si sa come ha camminato l’essere umano con tutti i suoi difetti anche catastrofici. Ci vuole seria Informazione, ci vogliono persone veramente preparate per riempire gli strappi sul tessuto del nostro progresso, perché, voi che avete potere, non lo fate? Senza Cultura, chi può votarvi sapendo e dunque difendendo, ciò che fa?