
(AGENPARL) – gio 10 novembre 2022 Economia USA: L’inflazione smorza l’importanza delle Elezioni di Midterm
Commento a cura di Jim Cielinski, Global Head of Fixed Income di Janus Henderson Investors e Matt Peron, Director of Research di Janus Henderson Investors.
Mentre sono ancora in corso le operazioni di scrutinio delle elezioni di midterm – che determineranno l’equilibrio dei poteri al Congresso – è chiaro che l'”ondata” repubblicana prevista nei giorni scorsi si è rivelata più che altro un guizzo. I repubblicani sembrano destinati a conquistare il controllo della Camera con un margine inferiore a quello previsto, mentre i primi dati indicano che i democratici potrebbero mantenere la maggioranza al Senato.
I mercati azionari statunitensi hanno ceduto la mattina dopo l’Election Day, in parte a causa dei risultati ancora in bilico. In generale, l’azionario è favorevole a un governo “separato” negli Stati Uniti, con il potere diviso tra la Casa Bianca e il Congresso, poiché questo assetto spesso limita la portata dei cambiamenti politici che i mercati dovranno affrontare negli anni successivi. Allo stesso modo, i Treasury statunitensi possono trarre vantaggio in quanto la differenza di colore politico tra le istituzioni riduce la possibilità di un aumento degli stimoli fiscali, che possono esercitare una pressione al rialzo sui rendimenti e spingere al ribasso i prezzi delle obbligazioni.
Chi è al posto di comando ora? Sempre la FED
Certo, la situazione fiscale non sarà del tutto favorevole. Il Congresso dovrà innalzare il limite del debito federale nel 2023 e i Repubblicani potrebbero imporre tagli alla spesa o rifiutare un’azione bipartisan, creando volatilità sui mercati. (Nel 2011, con una Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana e un Senato a maggioranza democratica, il dibattito sul tetto del debito ha portato alla settimana di contrattazioni più volatile per i mercati finanziari dalla crisi finanziaria globale del 2008). Ma la situazione di stallo che probabilmente si creerà a Washington per i prossimi due anni significa che le variabili che hanno colpito gli investitori negli ultimi tempi – dall’inflazione elevata a livello generazionale con rapido aumento dei tassi, alla contrazione degli utili societari e alle tensioni geopolitiche, continueranno probabilmente a dominare le scelte dei mercati nel breve termine.
In altre parole, anche se le elezioni di metà mandato cambieranno gli equilibri di potere a Washington, il problema principale per gli investitori rimane l’inflazione e l’impatto che la risposta della Fed avrà sulla crescita economica e sugli utili aziendali. Il tasso obiettivo della Fed si attesta ora al 4%, quando a inizio anno si attestava ad un valore sostanzialmente pari a zero. Visto che l’inflazione rimane ostinatamente alta, riteniamo che il tasso continuerà a salire almeno fino alla metà del 2023. Un ritmo così rapido di inasprimento monetario ha già causato una contrazione dell’indice S&P 500 di circa il 20% quest’anno e ha portato al peggior sell-off anno su anno nella storia dell’indice Bloomberg U.S. Aggregate Bond. Anche gli utili societari hanno subito un rallentamento, con un gruppo crescente di aziende che ha abbassato le proprie previsioni sugli utili o hanno ritirato del tutto le guidance. Dubitiamo che i mercati invertiranno la rotta fino a quando il picco dell’inflazione non sarà superato e il punto di arrivo dei rialzi dei tassi non verrà determinato con precisione, due fattori che il Congresso appena eletto non sarà in grado di controllare.
Per questo motivo, il risultato più importante delle elezioni di midterm di quest’anno potrebbe essere che i titoli azionari statunitensi potrebbero abbandonare il modello storico di guadagno nei 12 mesi successivi alle elezioni di midterm e che la politica monetaria – e non quella fiscale – avrà il sopravvento quando si tratterà di influenzare la performance dei mercati finanziari.
I titoli azionari statunitensi hanno storicamente registrato guadagni dopo le elezioni di metà mandato, ma quest’anno lo schema potrebbe interrompersi a causa di un’inflazione elevata da molti decenni.
Fonte: Bloomberg, dati dal 31 ottobre 1947 al 31 ottobre 2019. I rendimenti si riferiscono ai 12 mesi dalla chiusura del mercato alla fine del mese di ottobre precedente le elezioni di metà mandato.
L’andamento dell’obbligazionario continuerà a prendere le mosse dalla politica monetaria. Tuttavia, nella remota possibilità che i Democratici mantengano il controllo di Camera e Senato, esiste la possibilità che la spesa aggiuntiva eserciti una pressione al rialzo – almeno nel breve termine – sulle obbligazioni a breve e media scadenza.
