
(AGENPARL) – lun 07 novembre 2022 SCOPERTI I RESTI DELL’ANTICA DELIZIA ESTENSE SCOMPARSA: IL RITROVAMENTO AD OPERA DI STUDENTI E VOLONTARI
EMERSI I MATTONI DI BELFIORE ANCORA ANNERITI DALL’INCENDIO DEL 1632. E POI: FRAMMENTI DI AFFRESCHI E CERAMICHE. PLAUSO DEL SINDACO. LA DOTTORESSA GUARNIERI: “SIAMO GIÀ ‘DENTRO’ LA RESIDENZA MONUMENTALE ESTENSE. ANCORA DUE SETTIMANE DI LAVORI E POI LA ‘FASE 2’”
Ferrara, 7 nov – Trovati i resti della delizia estense di Belfiore, distrutta da un incendio del 1632 e originariamente collocata nell’attuale area, di circa un ettaro e mezzo, a nord ovest dell’ultimo tratto di corso Ercole I d’Este. A imbattersi nelle scoperte – a sole tre settimane dall’avvio dei lavori – sono stati gli studenti (dei licei Ariosto e Roiti) e i volontari del Gruppo Archeologico Ferrarese che aderiscono al progetto di archeologia partecipata “Che Delizia Belfiore!” ideato e diretto dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con il sostegno del Comune, che ha investito, a tal fine, 37.500 euro. Il sindaco Alan Fabbri ha dato il via agli scavi giovedì 20 ottobre.
Come spiega la dottoressa Chiara Guarnieri, della Soprintendenza, tolti i primi livelli di appianamento degli strati, risalenti a epoche successive alla distruzione della delizia, i primi resti della residenza monumentale estense andata perduta sono già emersi nel saggio di scavo più a nord dell’area. Si notano addirittura i mattoni rimasti anneriti dopo essere stati avvolti dalle fiamme di, quasi, quattro secoli fa. Oltre ad essi sono stati rinvenuti: porzioni di colonne, di archetti, di pavimenti, tutti in laterizio. E anche un frammento di affresco che potrebbe essere attribuibile al XV secolo, ma saranno i successivi approfondimenti a rivelarlo con precisione, e ceramiche riconducibili alla metà del 1400. Novità – come sottolinea Guarnieri – anche sul versante topografico: le direzioni e gli incroci dei muri corrispondono infatti alla ricostruzione realizzata attraverso le antiche carte e confermano anche alcuni dati che erano emersi dalle prospezioni preliminari con georadar e magnetometro, realizzate questa estate da un’equipe internazionale di archeologi e tecnici. Il team di archeologi al lavoro nell’area è guidato da Flavia Amato e Maurizio Molinari.





