
(AGENPARL) – ven 21 ottobre 2022 Prot. n.______ Federico Marini
ECONOMIA CIRCOLARE – Riparazione, riciclo, riuso ma anche
manutenzione e trasformazione. In Sardegna 4.200 aziende nel mercato
dell’economia circolare. E la crisi contribuisce sempre più ad aggiustare i
beni. Lai e Serra (Confartigianato Sardegna): “Le nuove necessità
obbligano le imprese a una maggiore specializzazione. Necessario investire
nella ricerca e nell’innovazione a misura di piccole e micro realtà”.
Associazioni Anche le imprese della Sardegna sono sempre più protagoniste della Strategia
Territoriali Nazionale sull’Economia Circolare e del Green Deal europeo, azioni che prevedono
Sud Sardegna
una economia climaticamente neutra ed efficiente sotto il profilo delle risorse.
Cagliari Tali condizioni aprono nuove e importanti opportunità alle 4.209 realtà sarde che
Via Riva Villasanta 241
13.880 addetti, e quindi di recupero, trasformazione e riutilizzo dei materiali ma
Oristano
Via Campanelli, 41 anche del riciclo, manutenzione e riparabilità.
Nuoro Sardegna, sui dati ISTAT del 2021, sulle attività che intervengono sui prodotti
Via Brig.Sassari, 37 allungandone la “vita”, riducendo la produzione di rifiuti o, addirittura, trasformando
questi ultimi in risorsa.
Sassari Quest’economia, che nell’isola interessa imprese di tutti i settori produttivi, che
Via Alghero, 30
di riparazione, manutenzione, riciclo e recupero: dalle automobili agli orologi, dalle
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 calzature alle apparecchiature elettroniche, fino agli strumenti musicali, gli impianti e gli
eventualmente anche in altra forma.
Nella penisola le imprese operanti nei settori dell’economia circolare sono oltre
150mila e danno lavoro a circa 552mila addetti.
Dal dossier emerge come sul totale delle oltre 4mila imprese sarde, ben 2.386 si
occupano di riparazione di autoveicoli, 134 di manutenzione motoveicoli, 207 di
riparazione natanti, 341 di riparazione di macchinari, 119 di raccolta rifiuti e 94 di
materiali vari, 116 di riparazione pc, 83 di elettrodomestici e 92 di beni per la casa.
A livello territoriale, 1.371 realtà (con 3.957 addetti) operano nel territorio del
Nord Sardegna, 1.142 nell’area di Cagliari (4.895 dipendenti), 762 nel Sud
Sardegna (2.519), 548 a Nuoro (1.427) e 386 a Oristano (1.082).
Tutti questi dati collocano la Sardegna al 12simo posto assoluto in tutta Italia
per indice di lavoratori interessati alla “circolarità” dei beni.
“Come ci ha insegnato lo scienziato Lavoisier “Nulla si crea, nulla si distrugge,
tutto si trasforma” – commenta la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna,
Maria Amelia Lai– e questa legge della fisica potrebbe benissimo essere applicata
all’attuale condizione delle persone e delle imprese. E il nostro dossier dice esattamente
Confartigianato Imprese Sardegna
questo: si comincia a comprare meno e ci si prepara ad aggiustare e a riparare di più”.
“Questo perché la capacità economica delle famiglie è ormai insufficiente, e al contrario
aumenta chi porta ad aggiustare e a riparare gli oggetti – continua la Lai– e quindi
crescono anche le imprese che offrono questo tipo di servizi e nella maggior parte si
tratta di imprese artigiane. La crisi, quindi, sta mutando sia l’atteggiamento dei
consumatori sia quello delle imprese, quasi obbligandole a una crescita e a una
maggiore specializzazione”.
“E’ grazie anche all’impegno delle nostre imprese – riprende il Segretario
Regionale, Daniele Serra – che l’Italia si posiziona al penultimo posto nell’Ue a 28 per
quantità di rifiuti pro capite generati da imprese e famiglie. Insomma: la crisi ci sta
costringendo a risparmiare e a riciclare: questo è innegabile. Nonostante ciò, il peso
della tassazione sui rifiuti rimane ancora troppo elevata”.
“L’economia circolare non fa bene solo all’ambiente – rimarca Serra – ma anche
agli investimenti, al lavoro e al business. Tante imprese, con altrettanti addetti, hanno
effettuato investimenti green in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o
minor impatto ambientale e lo faranno, sempre più, in considerazione di una crisi
economica ed energetica che sarà di lunga durata”.
“Di sicuro la crescita competitiva del sistema imprenditoriale territoriale sardo
potrebbe migliorare anche con interventi legislativi per garantire più semplificazione,
più attrattività, più ricerca, innovazione e maggiore trasferimento tecnologico – conclude
la Presidente – bisognerebbe, per questo, pensare a rendere maggiormente fruibile la
ricerca anche per le piccole e meno strutturate, offrendo loro strumenti adeguati
attraverso un sistema di incentivazione a misura di piccola impresa.
Livello nazionale.
L’offerta di beni e servizi dell’economia circolare ha una specifica rilevanza
nell’economia italiana. Nei 24 settori dell’economia circolare in Italia operano 156.561
unità locali danno lavoro a 552.213 addetti che realizzano un fatturato di 65.919 milioni
di euro. Con 396.176 addetti le 142.808 micro e piccole imprese rappresentano il 73,4%
dell’occupazione e realizzano oltre due terzi (67,6%) del fatturato, pari a 44.562 milioni
di euro.
L’economia circolare rappresenta un cluster del sistema imprenditoriale ad alta
vocazione artigiana, con il 71,4% delle imprese e il 47,6% dell’occupazione.
L’analisi per settore evidenzia che nei primi 8 comparti si addensa l’84,7%
dell’occupazione dell’economia circolare: nel dettaglio si osserva la maggiore presenza di
occupati della manutenzione e riparazione di autoveicoli (222 mila e 100 addetti, pari al
40,2%), riparazione e manutenzione di macchinari (57 mila addetti, pari all’11,7%),
raccolta di rifiuti non pericolosi (23 mila e 500 pari al 17,1%), recupero e cernita di
materiali (22 mila e 800 addetti pari al 5,3%), commercio, manutenzione e riparazione di
motocicli (16 mila e 300 addetti pari al 3,0%) e riparazione e manutenzione di prodotti in
metallo (13 mila e 300 addetti, pari al 2,7%), commercio all’ingrosso di rottami e cascami
(12 mila e 700 addetti, pari al 2,5%).
L’analisi territoriale.
In chiave regionale l’economia circolare di maggiore dimensione è quella della
Confartigianato Imprese Sardegna
Lombardia con 95.853 addetti nelle imprese di riciclo, riparazione e riuso, seguita dal
Lazio con 51.394 addetti, Veneto con 50.065 addetti, Emilia-Romagna con 47.464
addetti, Campania con 43.993 addetti, Piemonte con 43.312 addetti e Toscana con 40.801
addetti.
L’economia circolare ha un peso più elevato sull’economia del territorio in Sicilia
dove gli occupati dei settori di riciclo, riparazione e riuso sono il 4,6% del totale degli
addetti delle imprese della regione; seguono, con valori superiori alla media, Calabria e
Sardegna con 4,1%, Umbria, Puglia e Basilicata con 3,9%, Campania con 3,8%, Liguria
con 3,6%, Friuli-Venezia Giulia con 3,5%, Molise e Toscana con 3,4% e Abruzzo con
3,3%.
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