
(AGENPARL) – mer 12 ottobre 2022 ++COMUNICATO STAMPA++
SCUOLA, DIRIGENTISCUOLA: SBAGLIATO PARAGONARE STIPENDI DEI PRESIDI A QUELLI DEI DOCENTI
“I confronti si fanno in orizzontale, basta stumentalizzazioni”
Roma, 12 ottobre- È di pochi giorni fa la notizia che i dirigenti scolastici guadagnerebbero il doppio dei docenti. Ennesimo slogan, falso, che arriva in odore di rinnovo contrattuale, per fomentare inutili dissidi attraverso assurde strumentalizzazioni.
“Che in Italia – ha affermatoAttilio Fratta, presidente nazionale del sindacato dei presidi Dirigentiscuola- il personale scolastico, tutto, sia retribuito meno del dovuto – e del giusto – è fatto acclarato ed inconfutabile: nessuna novità, quindi, in uno Stato che, da anni, ha fatto della scuola il principale obiettivo della spending review.
[Ciò, però, non giustificava affatto l’equivoco concettuale che portava a sistematici confronti verticali tra la classe docente e la classe dirigente](https://www.dirigentiscuola.org/12748-2/.Equivo)co alimentato purtroppo dai metodi d’analisi adottati dall’OCSE il cui rapporto, ad una lettura attenta, precisa che si è fatto riferimento ai deflatori per la spesa dei consumatori privati. Per dirla in altre parole: quei 3.500-4.000 euro che guadagnerebbe un dirigente scolastico italiano (ma quando mai?) non rappresentano un valore assoluto, ma il prodotto di una complessa analisi basata su indici economico-statistici che si rifanno al potere d’acquisto. In quanto tale, questa cifra, oltre che non reale, non può essere assunta come base per pseudo parallelismi con le altre categorie del personale scolastico.
Scrivere a caratteri cubitali “i presidi italiani i più pagati al mondo” o ”i presidi italiani guadagnano in media più del doppio dei docenti” è, pertanto, volutamente menzognero, il prodotto di una stampa scorretta che spera di attrarre lettori con titolo altisonanti.
Smontata sistematicamente l’insostenibile argomentazione del confronto in verticale delle retribuzioni, atteso che i confronti si fanno in orizzontale tra qualifiche, ovvero tra dirigenti di pari fascia, ora viene addirittura proposto il confronto tra titoli di studio.
Nei giorni scorsi, sempre a commento dell’indagine OCSE, a sostegno della tesi che vorrebbe i dirigenti scolastici eccessivamente retribuiti, si è addirittura spostato il confronto tra titoli di studio. Per qualificare il rapporto di lavoro, non si fa più riferimento alle qualifiche, alla complessità delle mansioni e connesse responsabilità; il confronto retributivo, d’ora in poi, è da farsi sul titolo di studio posseduto. Quindi, paradossalmente, se il docente o, meglio ancora, il collaboratore scolastico ha due lauree, ha diritto a percepire il doppio del dirigente che ne ha una sola.
Finalmente – ha conclusoFratta- con tutta l’ironia che il caso richiede, il confronto viene fatto in orizzontale. Quindi tutti i laureati, a prescindere dalla qualifica, devono percepire la stessa retribuzione.
Ai poteri attribuiti al dirigente scolastico fanno da contraltare conseguenti, e rilevanti, responsabilità. Qualunque plurilaureato voglia assumere tale ruolo è libero di farlo, basta acquisire la qualifica dirigenziale.
Finalmente anche i sindacati di comparto sono intervenuti sulla questione puntando il dito contro l’erronea affermazione che i dirigenti guadagnerebbero più dei docenti”.