(AGENPARL) – Roma, 8 ottobre 2022 – Guarini: “Affrontare il tema della contrattazione a livello europeo, per contrastare il dumping sul costo del lavoro che crea difficoltà al tessuto economico e genera concorrenza sleale”.
Le risorse, le idee e i valori messi in campo per uscire dalla crisi economica e sociale, aggravata dal conflitto in Ucraina, saranno l’occasione per innescare un radicale cambiamento dell’attuale modello di sviluppo e per assicurare un futuro socialmente giusto, rispondendo concretamente alle sfide cui la crisi sta sottoponendo il vecchio continente: tripla transizione digitale, demografica ed ecologica, piena occupazione, lotta alle disuguaglianze e ai divari territoriali, partecipazione, tutela del territorio e ripristino degli ecosistemi, azione climatica, diritti umani, salute.
Ma come sostenere una giusta transizione e indirizzare la ripresa verso un futuro sostenibile che tenga conto anche delle esigenze delle giovani generazioni? Se ne è discusso alla tavola rotonda promossa a Ventotene dalla Fisascat Cisl, nell’ambito della giornata conclusiva della IX edizione del Campo Scuola riservato agli under 35 della federazione cislina.
“L’Europa giovane, libera, unita ed inclusiva” il leitmotiv del dibattito, moderato da Marco Lai, Responsabile Area Giuslavoristica del Centro Studi Cisl, ha registrato la partecipazione di Silvia Ciucciovino, Professore Ordinario di Diritto del Lavoro UniversitaÌ Roma 3, di Enrico Somaglia, Deputy General Secretary EFFAT/IUF-Europe e di Davide Guarini, Segretario Generale Fisascat Cisl. Conclusioni affidate a Luigi Sbarra, Segretario Generale Cisl.
Il convegno ha preso le mosse dal “Documento per un‘Europa giovane, libera, unita ed inclusiva” stilato dai corsisti su tre pilastri: giovani, crescita sociale e lavoro. I giovani sindacalisti della Fisascat Cisl sollecitano la “partecipazione fattiva”, un “maggior coinvolgimento delle nuove generazioni alla costruzione di un’Europa libera ed inclusiva” e “l’avvio di una stagione di reale contrattazione europea, sia a livello categoriale che interconfederale, che assicuri il superamento delle disuguaglianze in un mercato del lavoro unico, ove sia effettiva la mobilità dei lavoratori con garanzia di welfare e politiche sociali, il riconoscimento delle competenze ed equo il salario” con una “regia unitaria sulle strategie della formazione e dell’apprendimento”.
Davide Guarini ha rilanciato sul ruolo della contrattazione e della partecipazione, indicando la strada per la costruzione di una contrattazione sovranazionale. «Dovremo affrontare il tema della contrattazione a livello europeo, non solo a livello di singoli Stati, altrimenti rischiamo di mantenere quella situazione di dumping sul costo del lavoro che crea difficoltà al tessuto economico europeo, generando concorrenza sleale» ha dichiarato il sindacalista, sottolineando che «nel settore dei servizi labour intensive c’è necessità di definire una contrattazione settoriale a macro temi, a disposizione dei vari Stati, che tenga in considerazione anche delle specificità nazionali e territoriali». «La sfida del sindacato confederale europeo e italiano è proprio questa – ha concluso – delineare un sistema di diritti e tutele che sappia intervenire a livello europeo e dei singoli Stati».
E’ il leader della Cisl Luigi Sbarra, ricordando David Sassoli, a reclamare la «modifica dell’architettura istituzionale europea, attribuendo un ruolo più ampio a Commissione e Parlamento» ma anche «nuovi standard sociali» che tengano conto «delle soglie minime di sostenibilità, inclusione, sicurezza e dignità lavoristica a cui ogni azienda, ogni intesa transnazionale, ogni zona di libero scambio, deve sottostare» e «profondi correttivi agli attuali meccanismi regolatori del Next Generation EU, a partire dalla revisione del Patto di stabilità, dal superamento del Fiscal compact e dalla piena inclusione dei principi del Pilastro europeo per promuovere l’incremento dei livelli salariali e dei sistemi di contrattazione collettiva».
Per Sbarra inoltre «l’intero sistema decisionale va fatto evolvere attorno ad un modello partecipativo: il ruolo delle Parti sociali nei luoghi chiave della governance comunitaria deve essere attivo e cogente, perché come dimostrato anche da questa complicatissima fase, è fattore di competitività economica, oltre che di giustizia e democrazia» come pure «serve, una politica di integrazione nuova, che promuova ingressi legali e modifichi in modo solidale il Trattato di Dublino».
Infine l’appello al nuovo Esecutivo. «Al Governo che nascerà – ha chiosato Sbarra – chiediamo di mantenere l’Italia salda nel cuore dell’Europa, fedele alle sue alleanze e forte di quella credibilità internazionale che negli ultimi anni abbiamo riconquistato e che è ingrediente decisivo per sostenere la crescita e difendere il lavoro». «La nostra capacità di influenza – ha concluso – deve essere messa al servizio di un progetto che si chiama Stati Uniti d’Europa, l’unico vero traguardo per orientare le grandi transizioni in corso in senso progressivo e inclusivo».