
(AGENPARL) – mar 04 ottobre 2022 CRISI ENERGETICA, INDAGINE LEGACOOP ROMAGNA:
«CONTINUERÀ PER TUTTO IL 2023, A RISCHIO
INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ UN’IMPRESA SU DIECI»
Le cooperative si aspettano che i costi dell’energia rimarranno alti anche per il 2023. Le conseguenze sono potenzialmente drammatiche, fino al ricorso agli ammortizzatori sociali e alla sospensione dell’attività. Una cooperativa su dieci tra quelle considerate nel campione sta considerando di fermare gli impianti, un rapporto che sale a una su quattro nel settore dei trasporti e della logistica. Ma in grave difficoltà sono tutte le filiere produttive e le aziende meno strutturate dal punto di vista patrimoniale.
È quanto emerge da un’indagine interna presentata da Legacoop Romagna nel corso dell’ultima direzione associativa.
Circa un terzo delle cooperative esaminate prevede aumenti dei costi dell’energia superiori al 100%. Di queste quasi la metà preventiva aumenti di oltre il 200%. Le più colpite nell’immediato sono le cooperative della filiera agroalimentare e della filiera sociale e servizi. Queste ultime, in particolare, segnalano forti criticità sui flussi finanziari e sulla liquidità.
Di fronte alla crisi energetica tre cooperative su quattro stanno attuando iniziative per il contenimento dei consumi, ma anche indagini di mercato sui fornitori e interventi sull’organizzazione del lavoro. Minori le percentuali di chi sta attuando investimenti per l’autonomia energetica attraverso le fonti rinnovabili, visti i tempi lunghi e i requisiti finanziari necessari. L’energia non è l’unico problema: chi produce beni fatica ad assorbire i giganteschi rincari subiti da tutte le materie prime.
Il dato più preoccupante riguarda il 9% di aziende che prevede di spegnere gli impianti o di ricorrere agli ammortizzatori sociali (7%) se i costi energetici rimarranno invariati e non ci saranno interventi forti di carattere pubblico. Il settore più colpito è quello dei trasporti e della logistica, dove un quarto delle cooperative sta valutando di sospendere il servizio, ma sono tra i comparti più in fibrillazione anche la ristorazione, la pesca e la gestione di impianti sportivi.