
(AGENPARL) – mar 27 settembre 2022 Prot. n.______ Federico Marini
ELEZIONI POLITICHE 2022 – Il commento di Confartigianato
Imprese Sardegna. Maria Amelia Lai e Daniele Serra ai nuovi Deputati e
Senatori: “Tenere sempre ben presente le richieste delle imprese, dei dipendenti
e dei territori: le piccole e medie imprese rappresentano il 99,4% del tessuto
produttivo”. La richiesta principale degli artigiani: affrontare subito la
questione energetica: a rischio migliaia di imprese e posti di lavoro.
Associazioni “La speranza è che i Deputati e i Senatori della Sardegna, nuovi e riconfermati,
Territoriali possano tenere sempre ben presente le richieste delle imprese, dei lavoratori e dei
Sud Sardegna territori. Alle elette e agli eletti va il nostro augurio e il nostro in bocca al lupo per il
Cagliari
Via Riva Villasanta 241
lavoro da svolgere nel prossimo quinquennio, che possa ripartire da un tessuto
Oristano
economico e che dà lavoro al 65,3% degli occupati. In tutto questo è imprescindibile
Via Campanelli, 41 affrontare immediatamente la crisi energetica che rischia di cancellare gran parte delle
attività produttive”.
Nuoro E’ questo il primo commento di Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e
Via Brig.Sassari, 37
Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, al risultato delle Elezioni Politiche
appena concluse e che hanno visto vincitrice la coalizione di centrodestra.
Sassari
Via Alghero, 30
“Nei prossimi giorni – proseguono Lai e Serra – cominceremo a incontrare tutti i
Gallura Olbia
collaborativo e di costruzione di un percorso che veda le attività produttive sempre al
Via Sangallo 67 centro di ogni ragionamento di sviluppo in Italia e in Sardegna. Le aziende che
rappresentiamo hanno bisogno di un forte interesse da parte dei parlamentari: questo lo
vogliamo ribadire”.
Confartigianato Sardegna ricorda come il prossimo Governo e il nuovo
Parlamento avranno il compito di affrontare un delicatissimo incrocio di condizioni:
l’uscita dalla pandemia e la crisi energetica con un potenziale negativo devastante.
“Tutto ciò sta andando a incidere su milioni di imprese e su centinaia di milioni di
abitanti di tutta Europa, sconvolgendone attività e vita – continuano Lai e Serra – e in
Sardegna, la situazione è analoga al resto al Continente Europeo, se non peggiore
considerata anche la pesante condizione di insularità”.
L’artigianato in Sardegna, infatti, con le sue 35mila imprese, è un tessuto
produttivo molto fragile che sta lottando per sopravvivere. Una situazione ormai
insostenibile per migliaia di aziende che rischiano il lockdown energetico e con molti
imprenditori pensano alla chiusura.
“Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i
prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di attività – rimarcano la
Presidente e il Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – contro il caro
energia sono impegnate oltre 25mila imprese artigiane, con i loro 73mila addetti, pari a
Confartigianato Imprese Sardegna
oltre il 24% degli occupati delle realtà del settore, che rischiano una pesantissima
frenata produttiva se non una fermata definitiva. Da settembre 2021 a oggi queste hanno
pagato per l’energia elettrica 425milioni di euro in più rispetto all’anno precedente”.
Un impatto senza precedenti sulle piccole attività produttive isolane che rischia di
ingigantirsi ulteriormente se nei prossimi mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno; i
maggiori costi per i piccoli imprenditori, infatti, potrebbero salire nel 2022 fino a 850
milioni di euro in più rispetto al 2021.
Per Confartigianato Sardegna vanno subito confermate e potenziate le misure già
attuate dall’Esecutivo uscente: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas,
proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e
non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito
calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve
un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia
dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in
energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento in
particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione.
Gli artigiani sardi chiedono che il tema energia diventi priorità per il nuovo
Governo e si aspettano la riforma della tassazione dell’energia che oggi incide per il 51%
della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che
consumano meno, in barba al principio “chi inquina paga”.
E la paura di un taglio all’erogazione dell’energia verso le imprese, è un dubbio
che non lascia tranquilli i piccoli imprenditori.
“Se alziamo lo sguardo dall’Italia e guardiamo a ciò che già sta succedendo in
altri Paesi d’Europa, ci tremano le gambe – sottolineano Lai e Serra – la Francia, pochi
giorni fa ha annunciato la “sobrietè”. Infatti, la premier Borne, ha invitato i capi di
industria a redigere a settembre piani energetici per la riduzione del 10% dei consumi
per evitare che le imponga il governo. La Germania ha dichiarato che il 50% delle
imprese non potrà più pagare le bollette. Altre Nazioni stanno studiando una “moral
suasion” verso imprese e cittadini per consumare meno energia”.
“In questa delicata e complessa fase economica – continuano – gli artigiani e i
piccoli imprenditori hanno sfoderato coraggio e passione, mostrando grandi capacità di
resilienza nell’affrontare la crisi pandemica e le conseguenze della guerra in Ucraina.
Oggi vogliono contribuire al rilancio del Paese e a dare prospettive alle nuove
generazioni, pronti come sempre a fare la loro parte con senso di responsabilità e
coscienza civica”.
Alle forze politiche che rappresenteranno le istanze dei cittadini nei prossimi cinque
anni, gli artigiani sardi chiedono di ascoltare i ‘piccoli giganti’ coraggiosi che si battono
per restare competitivi e per fare del Paese la seconda manifattura d’Europa.
“Per questo serve un contesto legislativo, economico, infrastrutturale e culturale
nel quale le imprese possano crescere di più e meglio, riacquistare fiducia ed esaltare le
loro energie – proseguono Presidente e Segretario – perché il problema del nostro
Paese non è la taglia delle aziende, ma l’ambiente che le circonda. E tempo di una
svolta, di un impegno concreto per liberare i nostri imprenditori dai tanti vincoli e costi
Confartigianato Imprese Sardegna
che si trasformano in vere e proprie ‘tasse’ sulla competitività. Vogliamo un ambiente in
cui poter esprimere il nostro talento, che permetta agli imprenditori, e ai giovani che
desiderano diventarlo, di affrontare le sfide della complessità”.
“A coloro che guideranno il Paese – concludono Lai e Serra – chiediamo di
considerare l’artigianato e la piccola impresa centrali rispetto agli interventi per
rilanciare lo sviluppo e di ri-orientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di
saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale. Insomma, tutto ciò
che necessità questo fragile ma fondamentale settore è una stabilità politica ovvero la
certezza di poter programmare e di poter portare avanti progetti e sviluppo. L’Italia, così
come la Sardegna, ha bisogno di certezze e di una visione prospettica di lungo respiro”.
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