(AGENPARL) – Roma, 01 settembre 2022 – Un mese fa era apparsa la notizia che la Cina ha assorbito più gas naturale russo finora quest’anno, mentre le importazioni dalla maggior parte delle altre fonti erano diminuite.
A luglio, l’SCMP ha riferito che, secondo i dati doganali cinesi, nei primi sei mesi dell’anno, la Cina ha acquistato un totale di 2,35 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto (GNL), per un valore di 2,16 miliardi di dollari. Il volume delle importazioni è aumentato del 28,7% anno su anno, con un aumento del valore del 182%.
Tradotto, siignificava che la Russia ha superato l’Indonesia e gli Stati Uniti per diventare il quarto fornitore cinese di GNL finora quest’anno .
Questo, ovviamente, non deve essere confuso con il gasdotto, dove il produttore russo Gazprom ha recentemente annunciato che le sue forniture giornaliere alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia avevano raggiunto un nuovo massimo storico.
In precedenza la fornitura del gasdotto russo alla Cina era aumentata del 63,4% nella prima metà del 2022.
Cosa c’era dietro a questa bizzarra ondata di importazioni russe di GNL, hanno ipotizzato gli analisti?
Dopotutto, mentre la Cina importa oltre la metà del gas naturale che consuma, di cui circa due terzi sotto forma di GNL, quando quest’anno la domanda è fortemente diminuita a causa di venti contrari economici e chiusure diffuse?
In altre parole, perché l’impennata del GNL russo quando la domanda interna semplicemente non c’è e a fare le spese sono tutti gli altri?
«L’aumento del GNL russo potrebbe essere uno spostamento di carichi diretti in Giappone o Corea del Sud a causa delle sanzioni, o una domanda più debole», ha affermato Michal Meidan, direttore del China Energy Program presso l’Oxford Institute for Energy Studies.
Una cosa era chiara: la Cina voleva mantenere i suoi rapporti di gas con la Russia , motivo per cui l’amministrazione generale delle dogane della Cina ha smesso di pubblicizzare la ripartizione del volume degli scambi di gas naturale da gasdotto dall’inizio dell’anno , con il portavoce Li Kuiwen che ha confermato che la decisione era per «proteggere i legittimi diritti commerciali e gli interessi degli importatori ed esportatori interessati».
Bene, ora conosciamo la risposta: la Cina ha tranquillamente rivenduto il GNL russo nell’unico posto che ne ha un disperato bisogno più di ogni altra cosa: l’Europa. E lo sta facendo a caro prezzo.
Come riportato di recente dal FT , «i timori dell’Europa di una carenza di gas verso l’inverno potrebbero essere stati aggirati, grazie a un inaspettato cavaliere bianco: la Cina». La pubblicazione di proprietà di Nikkei osserva inoltre che «il più grande acquirente mondiale di gas naturale liquefatto sta rivendendo alcuni dei suoi carichi di GNL in eccedenza a causa della debole domanda di energia interna. Ciò ha fornito al mercato spot un’ampia fornitura che l’Europa ha sfruttato, nonostante i prezzi alti».
Quello che il FT ignora – o meglio tace – è che non è un “surplus” – anche perché se fosse cinese le importazioni di GNL russo crollerebbero…
Quindi non è il surplus il termine esatto.
La vocabolo corretto per descrivere il GNL che la Cina vende all’Europa è la parola russo.
Le importazioni europee di GNL sono aumentate del 60% anno su anno nei primi sei mesi del 2022, secondo la società di ricerca Kpler.
Qualche dettaglio in più?
Il gruppo cinese JOVO che si occupa di GNL, ha recentemente rivelato di aver rivenduto un carico di GNL a un acquirente europeo.
Un trader di futures a Shanghai ha detto a Nikkei che il profitto ottenuto da tale transazione potrebbe essere di decine di milioni di dollari o addirittura raggiungere i 100 milioni di dollari.
Anche la più grande raffineria di petrolio cinese Sinopec Group ha riconosciuto ad aprile di aver convogliato l’eccesso di GNL nel mercato internazionale.
I media locali hanno affermato che la sola Sinopec ha venduto 45 carichi di GNL, ovvero circa 3,15 milioni di tonnellate. La quantità totale di GNL cinese rivenduta è probabilmente di oltre 4 milioni di tonnellate, equivalenti al 7% delle importazioni di gas europee nel semestre fino alla fine di giugno.
Si sa che la proprietà transitiva non vale in Politica e quindi attenzione anon commettere errori. Quando il gas ‘passa’ o meglio ha “pedaggio” in Cina, non è più russo. Si tratta invece – rullo di tamburi – di GNL cinese.
A questo vale la pena fare due considerazioni, una buona e una cattiva.
La buona notizia è che i 53 milioni di tonnellate che l’Unione europea ha acquistato superano le importazioni di Cina e Giappone e hanno portato il tasso di riempimento dei depositi di gas in Europa fino al 77%.
Se continua così, è probabile che l’Europa raggiunga l’obiettivo dichiarato di riempire l’80% dei suoi impianti di stoccaggio del gas entro novembre. Dopodiché inizierà a prosciugare le riserve a un ritmo vertiginoso per riscaldarsi durante l’inverno.
La seconda è che mentre la crisi economica della Cina ha portato il tanto necessario sollievo all’Europa, non appena l’attività economica si riprenderà in Cina, la situazione si invertirà rapidamente e Pechino non riesporterà più il GNL russo per far riscaldare l’Europa.
Una situazione davvero esilarante che i mandarini di Bruxelles dovrebbe riflettere e correre ai ripari.
Tutto chiaro?
In poche parole, significa che l’Europa invece di dipendere dalla Russia per il gas, sta ora diventando dipendente da Pechino per l’energia.
La tragicomica sta nel fatto in primis che è ancora gas russo – solo questa volta importato dalla Cina – e che sta prendendo in giro le ambizioni geopolitiche degli Stati Uniti di difendere un ordine internazionale liberale con proprie esportazioni di energia.
La viva ilarità sta proprio nel fatto che mentre l’Europa potrebbe acquistare GNL russo al prezzo di mercato, oggi deve invece pagare più alto, solo per scomunicare al mondo le sue virtù liberali e democratiche che non finanzierà il regime di Putin, quando in realtà sta pagando un extra sia a Xi Jiping che a Vladimir Putin.
Senza dichiararlo espressamente, il FT sta scrivendo che l’Europa stia acquistando GNL russo attraverso la Cina.
Se la Russia finirà per esportare più gas in Cina come mezzo per punire l’Europa, la Cina avrà più capacità di rivendere il gas in eccesso al mercato spot, non rendendo più competitive le imprese europee.
Ora dobbiamo solo capire come andrà a finire questa storia.
«Tutte le tragedie finiscono con la morte, tutte le commedie con un matrimonio», come scriveva George Gordon Byron, Don Giovanni, 1819/24 (incompiuto).
Ah a saperlo…