
(AGENPARL) – sab 20 agosto 2022 “La fuga dei medici dalle carceri, in particolare psichiatri insieme agli psicologi, dovuta al forte disagio che vivono, una tendenza controcorrente rispetto agli anni passati, continua ad essere sottovaluta dal DAP che non tiene conto che non sono certo le circolari a prevenire i suicidi, oggi 53 dall’inizio dell’anno, senza quelle professionalità in grado di svolgere l’azione necessaria di prevenzione”. Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo, in sciopero della fame da tre giorni, per il quale evidenziando che la presenza di detenuti definiti “tossicodipendenti” è di circa18mila (poco meno del 30% del totale) e il 13% del totale della popolazione detenuta ha una diagnosi psichiatrica grave, in numeri assoluti significo oltre 7 mila persone. Con queste persone particolarmente fragili nel 2021 e nel 2022, la media di assistenza psichiatrica e psicologica si attesta intorno alle 10 ore settimanali ogni 100 detenuti per gli psichiatri e intorno alle 20 ore settimanali ogni 100 detenuti per gli psicologi. È arrivato il momento – afferma Di Giacomo – che la presenza di “detenuti tossicodipendenti” e “detenuti psichici” si affronti nei modi e con gli strumenti più idonei, perché il carcere non può diventare il “ghetto sociale” nel quale liberarsi di persone con specifiche problematiche sino a lasciarle morire. La prevenzione suicidi è dunque possibile a condizione che l’Amministrazione Penitenziaria voglia realmente praticarla non limitandosi burocraticamente a direttive che scaricano responsabilità sui provveditori e i direttori. Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove – aggiunge Di Giacomo – il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid. Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità. Sono anche questi – dice Di Giacomo – i motivi della nostra mobilitazione avviata con lo sciopero della fame e che proseguirà ancora fino a quando non avremo risposte dagli organi istituzionali”