
(AGENPARL) – mer 22 giugno 2022 [Gas: meglio ridurre le perdite di metano che aprire nuovi gi]aciamenti
22 giugno 2022
L’Europa e l’Italia potrebbero avere sufficiente gas senza ricorrere a ulteriori perforazioni e sviluppo di giacimenti se solo si riuscissero ad eliminare gli sprechi dovuti ai rilasci in atmosfera. Ad esempio il nostro Paese potrebbe avere dall’Algeria le stesse quantità di gas richiesto per la sostituzione di quello russo se in quel Paese si evitassero gli sfiati (venting), la bruciatura del gas nelle torce (flaring) e le fughe involontarie dalle infrastrutture.
Questa è la tesi di fondo dell’articolo a firma Ilaria Restifo, responsabile italiana di
Environmental Defense Fund, associazione che da anni promuove la riduzione delle perdite di metano in tutto il mondo e da James Turitto, responsabile della campagna emissioni di Clean Air Task Force, altra associazione che analizza e documenta i rilasci di climalteranti a livello globale, sulla rivista l’[Astrolabio](http://astrolabio.amicidellaterra.it/node/2711) edita dagli Amici della Terra.
Il metano è un potente gas serra con un potere di riscaldamento globale di oltre 80 volte superiore rispetto alla CO2 nell’arco dei primi 20 anni dal suo rilascio. Oggi le tecnologie permettono questi recuperi di gas naturale in modo economico favorendo la transizione ecologica. Il gas recuperato potrà così essere venduto con vantaggi reciproci sia per il produttore sia per l’acquirente e soprattutto per la mitigazione del cambiamento climatico.
Ilaria Restifo, commentando il caso Italia-Algeria ha dichiarato: “È la stessa UE ad andare in questa direzione. Il recente documento RePowerEU si riferisce alla necessità di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa con i propri partner per ridurre le emissioni di metano nell’ambito degli sforzi di diversificazione del gas, prevedendo anche il contributo di organizzazioni finanziarie quali la BEI, la BERS e la Banca mondiale. A nostro avviso, questi indirizzi dovrebbero tradursi in precisi oneri contrattuali, non solo per i nuovi contratti ma anche per quelli già in vigore. Del resto, anche il testo della Commissione stabilisce che: L’UE intende garantire che le forniture supplementari di gas da parte dei fornitori esistenti e di quelli nuovi siano accompagnate da azioni mirate a contrastare le perdite di metano e ad affrontare lo sfiato e il flaring”.
Anche gli accordi sottoscritti negli scorsi giorni dalla Presidente Von Der Leyen con Israele ed Egitto dovranno adeguarsi agli obiettivi stabiliti nel piano RePowerEU, promuovendo la riduzione delle perdite di metano, delle attività di flaring, ed esplorando nuove possibilità per il metano catturato. Nel RepowerUE si fa inoltre riferimento al fatto che almeno 46 miliardi di metri cubi di gas naturale vadano persi ogni anno in attività di sfiato e di flaring nei paesi che potrebbero invece fornirlo all’UE.
James Turitto, da parte sua, ha appunto approfondito il caso Algeria, basandosi anche sui dati della [Capterio](https://ccsi.columbia.edu/sites/default/files/content/pics/publications/CCSI-Capterio-Associated-Gas-North-Africa-Address-Energy-Crisis-Mar-2022.pdf): “Si stima che nel 2020 l’Algeria abbia bruciato in torcia 10,5 miliardi di metri cubi di gas metano, abbia sfiatato altri 2,4 miliardi di metri cubi di gas e disperso 0,6 miliardi di metri cubi dovuti a emissioni fuggitive e perdite. E dunque il volume di gas andato perso in Algeria ammonterebbe a diversi miliardi di metri cubi all’anno, una cifra maggiore di quanto l’Italia ha intenzione di acquistare tramite il nuovo accordo. Si tratta di circa 9 miliardi con nuove estrazioni, che inevitabilmente possono aggiungere altre perdite.”
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VALENTINA SIGNORETTI