
(AGENPARL) – gio 09 giugno 2022 Ginecologi: approccio a tutto tondo perla salute della donna
Per promuovere la salute della donna è necessaria un’alleanza dei medici coi nuovi approcci terapeutici, come racconta in questa intervista Fabio Facchinetti, Ordinario del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Roma, 9 giugno 2022 – Negli ultimi anni i temi legati alla salute della donna e alla sua tutela sono stati al centro dell’attenzione del Società. Oltre alla giornata nazionale che si celebra ogni anno il 22 aprile, sono molte le iniziative volte alla promozione di comportamenti sani, alla prevenzione, all’accesso alle cure sul territorio, alla sensibilizzazione sull’importanza di prendersi cura della propria salute. Ci sono altri aspetti che vengono trascurati, come quello del declino della fertilità che coinvolge non solo l’ambito medico. “La salute della donna – illustra Fabio Facchinetti – è un tema ben sviluppato nel Servizio Sanitario Nazionale ma sarebbe necessario porre l’attenzione sugli interventi da fare per contrastare la denatalità, che ha ripercussioni in ambito sociale piuttosto che sanitario. In questo contesto, il medico deve avere la capacità di informare in modo corretto circa il declino della fertilità spontanea con l’età e non rappresentare le procedure di fecondazione in vitro (ultima spiaggia in questi casi) come la risoluzione perché il risultato pieno, “bambino in braccio” viene raggiunto in una minoranza dei casi.I ginecologi – dichiara l’ordinario di Modena e Reggio Emilia – devono occuparsi a “tutto tondo” della salute femminile, consigliando: screening, facendo counselling, confrontarsi con altri specialisti, come endocrinologi e dermatologi, ed utilizzare farmaci, integratori e trattamenti complementari come agopuntura e terapie fisiche sfruttando le potenzialità di ogni singolo intervento.” Ci sono alcune malattie e disturbi delle donne ancora sottovalutate. Secondo il ginecologo Fabio Facchinetti, oltre l’endometriosi di cui in questi anni si sta discutendo in modo più ampio, si parla ancora troppo poco del disturbo disforico premestruale. “Una condizione – spiega – che mette a repentaglio non solo la salute, ma è spesso distruttiva dei rapporti familiari e sociali. Il ginecologo – conclude – deve saperla riconoscere e non fondarsi solo sulla denuncia delle donne che tendono a sottovalutarla, in quanto ritenuta intrinseca della condizione femminile: le associazioni delle pazienti possono svolgere un utile ruolo in questo contesto.”