
CATANZARO “Solo questo, insieme al corretto utilizzo delle tante risorse che arriveranno da Bruxelles – sostiene Biondo – può dare vita ad una svolta storica di tutto il sistema produttivo italiano. Ma se a Roma si procede a rilento, a Catanzaro tutto è fermo. Anche il livello regionale, infatti, ha la sua valenza in questo campo e, purtroppo, in questi anni la Calabria – la sua classe politica – ha fallito nel tentativo di rinnovare il settore del lavoro pubblico, azzerando i concorsi e favorendo il precariato solo per tornaconto elettorale”. “Nel settore privato, poi, la politica di governo regionale – afferma ancora il segretario regionale della Uil – non è riuscita a favorire l’incastro virtuoso fra le politiche attive e il fabbisogno di competenze professionali provenienti dal mondo produttivo calabrese, sacrificando così le potenzialità di crescita di tante esperienze produttive private di livello che vorrebbero crescere e non riescono a farlo anche per l’incapacità della classe dirigente regionale di approntare delle politiche del lavoro e dello sviluppo produttivo capaci di intercettare i bisogni delle imprese e dei lavoratori. Politiche regionali utili anche ad attrarre investimenti privati da parte dei grandi gruppi industriali nazionali”. (News&Com)