
CATANZARO “Il primo settembre si riapre la caccia: così ha deciso la giunta regionale, nonostante gli innumerevoli roghi che continuano a devastare la Calabria, e aver provocato morti, assediato centri abitati, incenerito migliaia e migliaia di ettari di territorio. Dopo una stagione di fuoco, peraltro ben lungi dall’essersi conclusa, che ha distrutto gran parte dei boschi, dei campi e della macchia mediterranea, per gli animali selvatici sopravvissuti alle fiamme e al fumo, decine di migliaia di fucili sono pronti a scaricare un inferno di piombo, senza nessuna pietà, senza alcuna considerazione per l’immane disastro che ha colpito l’ambiente calabrese. E, come se non bastasse, la Regione non ha esitato a concedere anche due giorni in più di caccia anticipata rispetto all’anno scorso e a inserire tra le specie cacciabili dal primo settembre la Tortora, dichiarata a livello europeo in via di preoccupante rarefazione, senza un piano di gestione, senza tenere conto dei danni subiti dalla specie in questi giorni di fuoco e di siccità”. Wwf e Lipu intervengono per segnalare quello che considerano un paradosso, una misura irricevibile alla luce del dramma che si è consumato in tutta la Calabria e ha travolto anche la fauna della Regione. “A parte il danno diretto della morte di migliaia di animali e dei loro piccoli nati – continua la nota –, gli incendi hanno ridotto e frammentato notevolmente gli habitat idonei, costringendo la fauna a concentrarsi in aree più ristrette e aumentando così i fattori che ne accrescono la mortalità. Consentire la caccia come se nulla fosse accaduto è dunque un atto scellerato e inconcepibile”. (News&Com)