
REGGIO CALABRIA Così come in primo grado, l’accusa è stata rappresenta dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e dal sostituto Walter Ignazitto applicato alla Procura generale per questo processo nato da un’inchiesta della Dda, guidata da Giovanni Bombardieri, che è riuscita a dimostrare come gli agguati ai carabinieri nella provincia reggina, rientrassero nella strategia stragista di Cosa nostra e ‘Ndrangheta nei primi anni ’90. Nella sentenza di primo grado è emerso che “dietro tutto non vi sono state soltanto le organizzazioni criminali, ma anche tutta una serie di soggetti provenienti da differenti contesti (politici, massonici, servizi segreti), che hanno agito al fine di destabilizzare lo Stato per ottenere anch’essi vantaggi di vario genere, approfittando anche di un momento di crisi dei partiti tradizionali”. Il riferimento è anche ai ‘mandanti politici’ rimasti impuniti di cui ha scritto la Corte d’Assise di Reggio che ha condannato al carcere a vita Graviano e Filippone. (News&Com)