
CATANZARO “Per la Calabria, secondo una stima approssimata – evidenziano – gli oli Evo di acidità superiore allo 0,4 sarebbero circa il 40% dell’intera produzione». «Non si vede inoltre la necessità – affermano ancora Statti, Taccone e Placida – di creare categorie aggiuntive a quelle esistenti. Vi sono le Dop e Igp che già occupano degli spazi di alta qualità». Per tutto questo i tre esponenti di Confagricoltura ritengono che «accettare questa ipotesi di riduzione dei parametri di acidità, come di altri, per gli oli extravergine sarebbe sbagliato». «Si asseconderebbero interessi che non sono i nostri – affermano – e che, porterebbero a vanificare il lavoro degli ultimi anni, nei quali l’olio Evo italiano ha assunto valori economici ben superiori alle medie internazionali. Il rischio concreto sarà quello di ritrovare sugli scaffali della grande distribuzione gli stessi oli di oggi, ai medesimi bassi prezzi, con qualche decimo di acidità in meno, ma con le medesime discutibili caratteristiche sensoriali”. “Viceversa valorizzare il panel – propongono – incrementare i polifenoli e l’acido oleico e limitare i perossidi, sarebbe una manovra accettabile, non strumentale e non punitiva per i nostri oli”. “Siamo convinti – sottolineano ancora Statti, Taccone e Placida – che questa corsa ad ‘appiattire’ le produzioni in nome di una standardizzazione finisca con il danneggiare tutti: produttori e consumatori”. “Inoltre – aggiungono il tre esponenti di Confagricoltura – eventuali modifiche produrrebbero un aggravio di costi che peserebbe sulle tasche degli agricoltori calabresi ed italiani come è avvenuto con l’introduzione delle regole del glifosate: maggiori costi a cui però non corrisponderebbe anche un incremento dei prezzi, con un conseguente danno irreparabile per la tenuta economica e dunque occupazionale dell’intero settore”. Da qui l’appello lanciato, infine, da Statti, Taccone e Placida: “Chiediamo al nostro Governo di fare muro contro questa catastrofica ipotesi di modificare quei parametri e attivare semmai un’azione forte per difendere quel patrimonio costituito dalle produzioni agricole d’eccellenza tra le quali spicca proprio quella dell’olio evo italiano e calabrese”. (News&Com)