
(AGENPARL) – Roma, 03 giu 2021 – SPIEGAZIONE DEL QUESITO n. 1 “ELEZIONI DEL CSM”
Spiegazione
Il ‘caso’ Palamara ha portato alla luce i guasti del sistema delle ‘correnti’ nella Magistratura. Il primo passo per poterlo sradicare è quello di superare il potere di veto delle correnti all’interno del CSM. Attualmente un magistrato che voglia candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme. Ciò significa necessariamente che per poter presentare la propria candidatura deve ottenere l’appoggio di una delle correnti interne alla magistratura. Il quesito referendario vuole abrogare il vincolo delle firme e permettere così a tutti i magistrati di candidarsi, senza dover sottostare al condizionamento delle correnti.
SPIEGAZIONE DEL QUESITO n. 2
“RESPONSABILITÀ DIRETTA DEI MAGISTRATI”
Spiegazione
Al grande potere di cui gode la magistratura in Italia non corrisponde un adeguato obbligo per i propri membri di rendere conto delle eventuali decisioni sbagliate assunte.
L’obiettivo del quesito è ridurre la specialità della disciplina della responsabilità dei magistrati, permettendo, quindi, al cittadino leso nei propri diritti dalla condotta del magistrato di poterlo chiamare in giudizio direttamente.
SPIEGAZIONE DEL QUESITO n. 3
“EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI”
Spiegazione
Il Consiglio direttivo presso la Corte di Cassazione e i Consigli giudiziari sono gli organi dove si valuta anche la professionalità dei magistrati. Ad oggi, tuttavia, quando si tratta di discutere o valutare lo status dei magistrati, la componente minoritaria ‘non togata’ di questi collegi (avvocati e professori universitari) è esclusa dalle discussioni e dalle votazioni vertenti su questi temi. L’abrogazione di questa norma consentirebbe anche alla componente ‘non togata’ di esprimersi sulla qualità del lavoro dei magistrati, superando in questo modo il principio della giustizia solo interna alla magistratura.
SPIEGAZIONE DEL QUESITO n. 4
“SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI”
Spiegazione
Ad oggi i magistrati della pubblica accusa e quelli chiamati a giudicare sono inseriti in un’unica categoria professionale. Nel corso della loro carriera i magistrati passano più volte dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa. Questa contiguità tra il pubblico ministero e il giudice rischia di creare uno spirito corporativo tra le due figure e di compromettere un sano e fisiologico antagonismo tra poteri, vero presidio di efficienza e di equilibrio del sistema democratico.
Il quesito punta a stabilire che il magistrato, una volta scelta la funzione giudicante o quella requirente all’inizio della carriera, non possa più passare all’altra.
SPIEGAZIONE DEL QUESITO n. 5
“LIMITI ALLA CUSTODIA CAUTELARE”
Spiegazione
Il carcere preventivo, ovvero il periodo di detenzione scontato prima della sentenza di condanna, si è trasformato negli anni da misura con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena, con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, sancito nell’articolo 27 della oCostituzione.
Il quesito punta a limitare la possibilità di ricorrere alla carcerazione preventiva prima dell’emanazione di una sentenza definitiva di condanna.
SPIEGAZIONE DEL QUESITO n. 6
“ABOLIZIONE DECRETO SEVERINO”
Spiegazione
La cosiddetta “legge Severino” prevede che in caso di condanna ad alcune specifiche ipotesi di reato sia comminata automaticamente la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale. Nella prassi, tuttavia, l’applicazione della misura dell’incandidabilità presenta diverse criticità, oltre a essere del tutto sproporzionata rispetto allo spirito della norma.
Il quesito referendario intende abolire l’automatismo per quanto riguarda i termini di incandidabilità, ineleggibilità e decadenza, lasciando al giudice la decisione, caso per caso, se comminare, oltre alla sanzione penale, anche la sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici e per quanto tempo.