
CATANZARO “Oggi manifestazione dei lavoratori del S.Anna Hospital di Catanzaro, una struttura sanitaria che copre due milioni di cittadini calabresi ed anche ammalati da fuori regione. Una struttura che si è fatta le ossa con personale altamente qualificato a cui si rivolgono i cittadini del meridione, al posto di una migrazione da spavento: 330 milioni di euro pagati alla sanità del nord del paese”. Lo riporta una nota della Federazione provinciale di Catanzaro dell’Unione sindacale di base (Usb). “Oggi i sordi i ciechi ed i muti di questa regione – è detto – stanno rintanati nelle loro camere ovattate, in attesa di vedere conclamata la fine di una struttura che si occupa di cardio chirurgia con mille interventi all’anno, prima in tutto il meridione. Le istituzioni, dicevamo, nemmeno un accenno al mantenimento occupazione di questi lavoratori e mantenimento della struttura cardiochirurgica, dal commissario regionale a cui già abbiamo dato il primo stipendio mensile, senza vedere nemmeno uno straccio di documento su come si organizza la sanità calabrese, di male in peggio; l’unica cosa che ha saputo fare: convocare i sindacati di stato e continuare nello smantellamento decennale della sanità con la loro complicità”. “Problemi avanzati oggi dalla Usb – prosegue la nota del sindacato di base – per mantenere i livelli occupazionali e di cura in questa regione in un periodo come quello attuale, non possono essere quelli di chiusure o passaggi di ammalati a nuovi ‘prenditori’ della sanità privata, ma semmai in questa fase una gestione controllata per ridare ai calabresi l’eccellenza di cardiologia che negli anni si sono costruiti. Abbiamo una sanità calabrese commissariata e nessuna l’ha chiusa – un ASP a Catanzaro piena di debiti e commissariata e nessuna l’ha chiusa -anzi continuiamo a pagare stipendi per un piano di rientro che aumento al posto di diminuire – ora che si tratta della nostra salute dall’oggi al domani senza motivazioni si chiude”. (News&Com)