
(AGENPARL) – Roma, 18 novembre 2020 – La profondità del buio è interrotta da sprazzi di colori accesi, cromature di vita impetuosa seppur in punta di piedi. Promessa, nell’algido inverno, di un calore prossimo. Sfumature antiche si rianimano di nuova linfa nei torni avvolgenti di un tramonto. L’oscurità si arrende gradualmente lasciando che il nero sfumi avvolgendosi in toni caldi e rassicuranti.
La luce sapiente illumina il brindisi alla vita.
In tempo di smartworking e lockdown (in versione soft), il rimanere a casa non deve per forza essere vissuto come una costrizione, una limitazione alla propria libertà ma cercare di reinventarsi, esplorare nuovi lavori e lavorare di fantasia. Come i bambini che riescono a giocare e divertirsi con una molletta (parola arcaica nell’era delle asciugatrici) si può evadere con la fotografia avendo a disposizione pochi strumenti a disposizione. Pochi strumenti, una macchina fotografica, un vecchio obiettivo che fa ancora il suo lavoro, della frutta di stagione e un bicchiere di liquido estratto con antiche ricette ti fanno passare un pomeriggio tra caldi colori e atmosfere auliche. Nel silenzio e nel buio, aggiungendo il fascio di luce di una torcia, si viaggia sulle ali dell’arte ricreando in pochi minuti immagini digitali che in passato illustri artisti avrebbero impiegato mesi a concepire e realizzare e ti ritrovi a pensare cosa Caravaggio sarebbe riuscito a creare in questo secolo, quali meravigliose tele digitali e quali nuovi linguaggi visivi sarebbe stato in grado di concepire al nostro posto con la sua luce. Abituato a fotografare in contesti molti più movimentati dove non c’è tempo per preparare il tuo set fotografico anzi cambia continuamente dal cielo al mare alla terra nella stessa giornata e dove l’occhio deve riuscire a catturare l’attimo che non si ripeterà più, questo semplice esercizio di fotografia è stato come tornare tra i banchi ed esplorare di nuovo vecchie reminiscenze che ti permettono di creare immagini calde, calme e serene come il momento dello scatto vissuto. Questi momenti sono terapeutici, ti ricordano la bellezza delle cose semplici, che si può vivere anche con meno orpelli e guardare oltre. Provate
Dati tecnici: Nikon D850, 50mm-f1.4, Iso 100, scatti 2,5 sec f1,4 e 16 sec f16, luce spot, elaborazione Lightroom Classic CC 2020
Antonio Morlupi: fotografo militare, lavora presso il Dipartimento Pubblica Informazione e Comunicazione dello Stato Maggiore della Difesa. È laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali. Autore di numerosi filmati promozionali per le Forze Armate italiane. È stato impiegato nei teatri operativi come foto e videoreporter. Dal 2007 al 2011 è stato il responsabile del laboratorio fotografico della Presidenza della Repubblica. Nel 2015 ha vinto il terzo premio categoria Sport al Festival Internazionale Orvieto Fotografia e nel 2017 tra i 100 migliori fotografi al 17th China International Photographic Arts Festival. Ha pubblicato il libro fotografico ‘Backstage Corazzieri’