
CATANZARO Sono stati tutti condannati (anche al pagamento di multe molto salate) i 15 imputati coinvolti nel processo nato dall’operazione antidroga ‘Scacco alla regina’ che il 13 novembre 2019 aveva portato a diciannove ordinanze di custodia cautelare, tre delle quali nei confronti di minori, e decine di perquisizioni da parte di oltre 100 militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro e di altri reparti della Calabria. Teatro dell’operazione, il popolare quartiere ‘Ciampa di Cavallo’, nella città di Lamezia Terme (CZ), prevalentemente popolato da famiglie di etnia rom trasferite, nel tempo, dall’adiacente campo rom di Scordovillo, il più grande del mezzogiorno. Le indagini, svolte dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, coordinati dalla Procura guidata da Salvatore Curcio, hanno disvelato un quadro sconcertante: a capo dell’organizzazione è risultata una donna, Caterina Butruce di 50 anni, che, nonostante fosse in carcere, riusciva a sovrintendere ad una ramificata e capillare catena di spaccio di sostanze stupefacenti all’interno del quartiere ‘Ciampa di Cavallo’, un vero ‘fortino’ ritenuto fino ad oggi inespugnabile. Suo tramite, un parente minorenne che trasmetteva gli ordini impartiti dal carcere dalla ‘Regina’ ad interi nuclei familiari di etnia rom coinvolti nella vendita delle dosi di cocaina ed eroina ai tossicodipendenti ammessi, dalle sentinelle, ad accedere nel ‘fortino’. L’organizzazione, come inequivocabilmente dimostrato anche dalle riprese video effettuate dai finanzieri, non esitava ad avvalersi di minori per l’attività di spaccio. (News&Com)