
REGGIO CALABRIA In relazione alle risultanze dell’attività di cui sopra, la Direzione Nazionale Antimafia e locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessate agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – valorizzando anche le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati – delegavano al Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (Gico) della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, allo Scico ed al locale Centro Operativo Dia, apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dei citati imprenditori, di misure di prevenzione personali e patrimoniali. Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale qualificata dei proposti, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, la pertinente attività investigativa è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette – effettuate nell’ultimo trentennio, accertando – attraverso una complessa, articolata e minuziosa attività di accertamento e riscontro documentale – i patrimoni dei quali i medesimi risultavano disporre, direttamente o indirettamente, il cui valore era decisamente sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi, nonché le fonti illecite dalle quali i medesimi avevano tratto le risorse per la loro acquisizione e, soprattutto, la natura mafiosa delle attività d’impresa svolte – nel tempo – dai proposti quali imprenditori espressione delle cosche di riferimento. (News&Com)