
CATANZARO «Il pericolo è dietro l’angolo. Abbiamo imparato che è un virus che va inseguito a ogni passo». Così la governatrice Jole Santelli racconta in un’intervista a “La Stampa” la “ricetta” che ha permesso alla Calabria nell’estate 2020 sia di fatto un isola felice nel mare magnum del Covid-19. «Facciamo un migliaio di tamponi al giorno», racconta la governatrice al quotidiano torinese, ma «abbiamo avuto il caso di una discoteca-focolaio nella zona di Soverato» e perciò «abbiamo dovuto organizzare in corsa un triage all’aperto con tamponi per 1.500 giovani». Pero’, dice anche, «capita l’antifona, il 13 agosto ho chiuso le discoteche. Era troppo pericoloso», taglia corto Santelli. Elencato le altre criticità emerse nel corso dell’estate, Santelli cita «i giovani che tornano dalle vacanze all’estero: Spagna, Grecia». Su questo punto la governatrice è polemica: «Ma dico io, con il mare che abbiamo, dovevamo andare tutti fuori d’Italia? I genitori non potevano fargli capire che almeno quest’anno si poteva saltare?».
Sull’andamento turistico della stagione Santelli si ritiene soddisfatta: «Abbiamo avuto un boom inimmaginabile del turismo. Il che ci fa tirare un sospiro di sollievo per l’economia, perché a maggio ce l’avevamo vista brutta».
Sull’ipotesi di chiudere la regione per l’incremento di contagi come ha fatto il governatore della Campania De Luca, Santelli taglia corto: «È una provocazione. Ma vi pare che si possa tornare a chiudere una regione? Impossibile». Così come giudica una «provocazione» anche quella del presidente della Regione Sicilia Musumeci che ha comunicato l’intenzione di chiudere gli hot spot in regione: «È palese che la materia dell’immigrazione è nazionale e non regionale», ma precisa «ha ragione ad alzare la voce perché la situazione in Sicilia è davvero pesante e nessuno se ne occupa». Sul tema degli sbarchi, inoltre Santelli sostiene che «il problema è reale e non sarebbe giusto negarlo. Pure in Calabria ci sono stati diversi sbarchi». E cita un ultimo caso del «veliero partito dalla Turchia con 150 curdi a bordo, quasi tutti uomini giovani, c’erano 60 positivi». Ma precisa: «Non è paura dello straniero ma del contagio che ti possano portare». Sui rapporti con l’esecutivo Conte in materia di sbarchi Santelli sostiene «Il governo deve fare di più». Infine dopo la provocazione del cronista della Stampa su chi porta il contagio in Calabria, la governatrice risponde: «Ci vuole un sano pragmatismo. Nessuno può negare che il contagio avviene per più vie: i giovani che si stringono in discoteca, quelli che tornano dalle vacanze all’estero, chi non rispetta il distanziamento, i lavoratori stranieri che rientrano e, anche, certo, i migranti clandestini». (News&Com)