
Il gruppo criminale, articolato su più livelli e dotato di elevatissime disponibilità
finanziarie, allo scopo di importare la cocaina, individuava in Sudamerica, in particolare
in Argentina e Costarica, fonti di approvvigionamento di ingenti partite di quella
sostanza stupefacente da inviare in Italia occultate, per il trasporto navale, in appositi
borsoni all’interno di container.
Per tali finalità, uomini della cosca Bellocco si sono serviti di alcuni emissari che hanno
effettuato diversi viaggi in territorio sudamericano, per visionare lo stupefacente e
contrattare con i referenti in loco al fine di poter organizzare gli aspetti logistici
dell’importazione.
Grazie alla preventiva e tempestiva apertura di un canale di collaborazione tra la
Guardia di Finanza di Reggio Calabria e la Gendarmeria Argentina, per il tramite di
apposita Rogatoria Internazionale promossa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di
Reggio Calabria, è stato possibile accertare che proprio a Buenos Aires l’associazione
criminale calabrese poteva contare sulla collaborazione di alcuni “colletti bianchi” italoargentini, intranei all’organizzazione, disposti ad agevolare la pianificazione degli illeciti
traffici e l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina.
In tale contesto, emblematica e la vicenda che riguarda un emissario della cosca
Bellocco in Sud America che non solo si limitava alla mera funzione di intermediario
nell’ambito degli illeciti traffici, ma si prodigava anche per la risoluzione di questioni
estremamente rilevanti che hanno interessato la famiglia di ‘ndrangheta dei Morabito
di Africo (RC). A tal fine, risulta emblematico il coinvolgimento del prefato emissario
con alcuni componenti della cosca Morabito per far pervenire in territorio uruguagio
una ingente somma di denaro, pari a 50.000,00 euro, finalizzata a far scarcerare Rocco
MORABITO, detto “Tamunga”, arrestato dopo una significativa latitanza e successivamente evaso (News&Com)