
(AGENPARL) – Roma, 19 maggio 2020 – Signora Ministro (una carica istituzionale, come vuole la lingua della Legge, è neutra quanto a genere)
Sono un’insegnante di scuola privata, la Dante Alighieri di Roma, Liceo Classico, con ventidue anni d’impegno costante, fatto con amore.
Ho seguito con ansia e con dispiacere lo sviluppo di ciò che si dice, al Governo, “ripresa” dopo lo sfacelo economico, sociale, amministrativo del silenzio causa il Covid, e poi di quello che per l’ennesima volta è stato emanato come decreto. Mi sembra, dopo un breve tempo di considerazione ottimista, che esso sia una congerie di parole buttate giù su un foglio senza sapere bene la situazione culturale dei luoghi di formazione, come le scuole, e sottolineo il plurale, dovrebbero essere e non sono, per motivi che elenco brevemente di seguito:
Come si fa a diffondere cultura se si tolgono a più di 30.000 docenti i posti di lavoro? Dove andranno gli studenti con la carenza di edifici scolastici o affollati sotto pochi docenti? Perchè discriminare le scuole paritarie e private, spesso fiore all’occhiello dell’universo educativo? Devono chiudere, allora, gli istituti dove molte nostre personalità culturali si sono formate per la politica, la diplomazia, la letteratura, e, soprattutto, il teatro? Non legate l’Italia alla catena insulsa di qualche guitto.
Si è data importanza SOLTANTO a come distribuire fondi e monete varie, senza badare al vero problema di TUTTE le scuole, che è quello dei PROGRAMMI didattici. Non si vede il perchè, innanzitutto, non vengano considerate le scuole paritarie e private per ciò che è istruzione, sottacendo il vero: che esse servono a riparare i guasti di insegnanti ignoranti e non adatti alla missione, che allignano più di quanto possa apparire nella scuola pubblica, che tutto fa, tranne dare le direttive ed i metodi adatti ai discenti per predisporli alla cultura.
Rammento a questo punto e con dolore, che l’Italia è da secoli la fonte della cultura internazionale, prova ne sia tutto il corpo legislativo tramandato dai nostri avi, la scienza ingegneristica, idraulica, artistica, letteraria, teatrale, che è servita da fonte ricchissima per tutta la cultura mondiale e che spesso paesi cosiddetti sorelle ci attentano per invidia.
La scuola privata e paritaria è necessaria come quella pubblica, a sostegno di tante situazioni particolari, ad ottemperare diverse volontà di mete culturali, come la Costituzione esprime nella Legge 62/00. Dov’è la giustizia sociale tanto enunciata dal governo, dov’è l’onestà?
Non si comprende perchè la scuola privata venga eliminata nel programma di rinascita post pandemia, di cosa si ha paura, che non segua i binari politici del pensiero unico? E quali sono questi binari non si sa, non se ne vedono, a parte una cosa sola: pressappochismo incapace.
Se la creatività italiana è nel fare di ogni differenza e particolarità la base di un genio inventivo, perchè non collaborare ai percorsi tracciati da scuole non statali, e dunque non dare loro un rilancio economico?
Non credo che Lei, Signora Ministro, sia felice che un ragazzo risponda alla domanda in merito alla posizione geografica di Terni, che questa città è nel Friuli, e non credo che Lei, che tiene così tanto alla curiosa dislocazione di quindicine di giorni al mese (Fellini avrebbe da commentare)di scolari davanti al computer, robot mai plausibile sostituto della variabile umana, ammetta che così si possa raggiungere il livello altissimo culturale che trenta o quaranta anni fa si aveva in Italia, e con buona pace di ministri improvvisati di tutti i partiti.
Il computer, per nessun livello scolastico, può sostituire il Pensiero. Per ottenere ancora il livello culturale proprio del Paese Italia (magari se dico Nazione si offende, senza sapere che la parola deriva dalla Natura) bisogna tornare ad insegnare davvero, e cioè:
- Lasciare che i Presidi facciano i Presidi e non i Manager, ansiosi di citare l’istituto che dirigono come il vertice di ogni bene, o come “produttività” industriale, mettendoli fra gli artigli di insipienti genitori afflitti da mammismo, o limitando loro ciò che gli spetta. Uno studente svogliato o eticamente “border”, come il bullo, va ripreso e sanzionato. Cultura è anche il rapporto con gli altri.
- Obbligare gli insegnanti ad un corso di aggiornamento per lo meno due volte l’anno, curando di colmare le lacune del post “sei politico.”
- Togliere il sindacalismo dei ragazzi per la scuola, che, data l’inesperienza, è solo la scusa per non far nulla. Non giocare a fare il piccolo deputato
- ADEGUARE i programmi, togliendo quella orribile materia che si chiama geostoria, che è anche storia pseudoeconomica e addirittura nebulosamente scientifica, volendo comprendere igiene, antropologia, trovate politiche.
- Insegnare la STORIA, con citazioni di fonti, con vari periodi fra antica e moderna. Chi non conosce la storia non è un buon cittadino, non sa chi e cosa votare, non sa apprezzare un libro o un’opera d’arte o una scoperta, non s’inserisce nel suo tempo, diventa un disadattato.
- Via i neologismi presi dal gergo o da un inglese informatico riadattato. La parola è Logos, è comunicazione, è legame, è unità. Quale genitore vuole lasciare isolato il proprio figlio?
- Stimolare il discente a discutere, commentare, approfondire tutto ciò che vuole imparare.
- Se qualche allievo è carente o non interessato, consigliargli altre preparazioni.
Non è detto che tutti debbano essere inquadrati in un’unica tipologia formativa. Esiste un insieme di lavori tutti necessari alla società ed alla Nazione nella quale si vive.
Questo è solo un cenno di come potrebbe essere veramente efficace la scuola, senza il timore di creare ingegneri che fanno crollare i ponti o malesanità varie. Ma, stimata Ministro, se si hanno lacci e laccioli di colore politico, se si ha la pretesa di far bella figura con programmi di dubbio futurismo, più legati a qualche trovata d’audience o di immagine, buona solo a colpire gli allocchi e lasciarli a bocca aperta, inutile continuare. Il Covid mentale ucciderà ancora, e non ci sarà domani.
Pensi, di grazia, che la mancanza di cultura genera delinquenze, provveda degnamente alle scuole private e parastatali come vuole Costituzione ; veramente, esse coprono con efficacia le situazioni incerte di molti cittadini. In nome di questo, dell’orgoglio nazionale e della tolleranza verso chi è in difficoltà, non mandi sul lastrico numerosissime degne persone che vogliono collaborare a mantenere grande l’Italia.
Marilù Giannone, insegnante di scuola privata, la Dante Alighieri di Roma, Liceo Classico.