
In questa fase di ripartenza, in cui lo Stato, a tutti i livelli, deve
predisporre strumenti e mezzi per consentire il rilancio dell’economia e
sostenere le fasce più deboli per evitare che il disagio sociale si
trasformi in rivolta sociale, anche la variabile “tempo” assume un
valore strategico.
È e sarà importante individuare le giuste misure di sostegno sia per le
persone che per le imprese, ma altrettanto importante è la puntualità
con cui le risorse devono giungere a destinazione.
Se le misure risultano inadeguate nella dimensione o arrivano in
ritardo, risulta inutile la soluzione messa in campo, vanificando in tal
modo gli sforzi fatti e condannando imprese o persone che attendono un
sostegno.
In quest’ottica, tutti i livelli di Governo, dal Consiglio dei ministri
fino ai Comuni, passando per la Regione, devono fare il proprio dovere
cercando di ridurre al minimo la burocrazia per rispettare modalità e
tempi di ogni intervento.
Ancora non ci siamo, stiamo assistendo, soprattutto a livello nazionale,
a troppi annunci, si dice e non si fa, oppure non si fa quello che si
dice.
Seguendo questo ragionamento, mi trovo costretta ad intervenire sui
buoni spesa elargiti, o sarebbe meglio dire non elargiti, dal Comune di
Crotone.
Dei 570 mila euro che il Governo ha stanziato per la città, solo un
terzo (circa 243 mila euro) è stato finora elargito (restano ancora da
spendere più di 331 mila €) e dei 2500 crotonesi che hanno chiesto il
supporto soltanto 1069 l’hanno ricevuto.
Penso sia una vera vergogna che i “buoni spesa” che dovevano consentire
un sollievo per la Pasqua, a fine maggio siano ancora a prendere polvere
nelle casse comunali.
Anche in questo straordinario e critico momento, vale il tradizionale
motto “l’abbuttu u crida aru diunu” (ovvero chi ha la pancia piena non
crede a chi ce l’ha vuota), che poi è ciò che sta accendendo nel palazzo
comunale ad opera congiunta del Commissario e del Segretario comunale,
che ce la stanno mettendo tutta per ignorare il grido di aiuto che sale
dai crotonesi.
Chi ha determinato questa vergognosa situazione ed inutile spreco di
risorse è proprio il Commissario, con il suo atto d’indirizzo (delibera
n° 63).
Perché il commissario prefettizio ha deciso di adottare criteri così
stringenti a differenza di quanto fatto in tutta Italia?
Era naturale che criteri così stringenti riducessero drammaticamente sia
la platea dei beneficiari che gli stanziamenti a loro favore, tagliando
fuori una larga fetta di famiglie che necessitavano, e ora necessitano
ancora di più, di un sostegno.
Un errore che il Commissario prefettizio avrebbe evitato se invece di
chiudersi nel palazzo si fosse confrontata con i rappresentati del terzo
settore, lasciati, inspiegabilmente, fuori da ogni dialogo, nonostante
la loro esperienza e la loro capacità.
Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da una serie di
manifestazioni della parte produttiva di Crotone che chiede “sostegno”,
semplicemente sostegno. Imprenditori, commercianti, associazioni di
categoria hanno avanzato delle richieste trovando, purtroppo, il portone
del Comune chiuso alle loro esigenze.
Anche questo è inaccettabile.
Mi auguro che la dottoressa Costantino si ravveda e torni immediatamente
sui suoi passi, magari cambiando anche atteggiamento nei confronti della
città che è in forte sofferenza in tutti i suoi settori e non si può
permettere un’amministrazione comunale sorda e cieca ai suoi bisogni. (News&Com)