
(AGENPARL) – Roma, 14 gen 2020 – “Il lavoro dell’Amministrazione Raggi per il superamento dei campi rom presenti a Roma procede, con un avanzamento costante e progressivo. Forse qualcuno si sarebbe aspettato una chiusura imminente con tanto di ruspa, con il risultato di spostare gli insediamenti di pochi metri, ledendo i diritti umani di chi si trova negli insediamenti. Qualcun altro invece preferirebbe lasciare intatti questi autentici ghetti, che l’Unione Europea ci chiede da anni di chiudere, poiche’ si tratta di luoghi in cui avviene ogni deprivazione, soprattutto a danno di donne e bambini”. E’ quanto si legge in un post sulla pagina Facebook del Movimento 5 stelle Roma. “Probabilmente l’Associazione 21 luglio preferirebbe quest’ultima opzione, cioe’ il mantenimento dello status quo- si legge- Manco a dirlo, in barba ai piu’ elementari diritti, come la scolarizzazione dei bimbi oppure la possibilita’ di trovare un lavoro dignitoso. Del resto la filosofia assistenzialista e ghettizzante dell’Associazione 21 luglio si desume da un dossier che ha presentato proprio oggi. Una sentenza perentoria di bocciatura per il nostro piano, senza possibilita’ di appello. Peccato che al termine del percorso manchino ancora diversi mesi. Bisogna poi aggiungere un aspetto determinante: i dati riportati dall’Associazione 21 luglio sono errati. In riferimento al campo di La Barbuta, il dossier parla di 21 nuclei assegnatari di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. In realta’, a La Barbuta, i nuclei che hanno esercitato questo diritto sono 34. La 21 luglio scrive anche che, per chi abita a Monachina, sarebbero stati attivati zero corsi di formazione e tirocini. La realta’ e’ ben diversa: i percorsi di formazione e lavoro oggi in corso sono 8. Sempre in riferimento a Monachina il dossier riferisce di zero nuclei coinvolti in misure di sostegno all’abitare, ma anche qui scrivono il falso: sono 8. Si tratta solo di alcuni esempi”. “Le differenze di opinioni rappresentano una ricchezza- si conclude il post- L’importante, pero’, e’ non ricorrere a ogni mezzo, incluso diffondere dati falsi, per suffragare la propria tesi. L’impressione e’ che l’associazione 21 luglio voglia sostenere un teorema a prescindere, dimostrando il fallimento del piano senza neanche sforzarsi di verificare correttamente le informazioni. Cosi’ facendo, pero’, produce innanzitutto un danno a chi nei campi ci vive ogni giorno”.