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(AGENPARL) – Roma, 18 ott 2019 – “Per vincere la sfida ai cambiamenti climatici vedo l’educazione al rispetto del bene comune e la pulizia delle strade. Talvolta le fognature non ricevono perché intasate da fogliame e rifiuti abbandonati.
• Sul piano urbanistico è indispensabile un vincolo assoluto di non edificabilità vicino ai bacini ed il contestuale ripristino dei luoghi ove sono accertati gli abusi. Molte volte invece si aspetta il condono che mortifica chi invece rispetta la norma di legge. (Costruire sopra i canali è stata la disfatta di Genova)
• Visto quanto sta accadendo sarebbe opportuno iniziare a pensare a una nuova pianificazione e progettazione per l’urbanizzazione primaria dei centri abitati, sovradimensionare i sottoservizi quali le reti fognarie
• Bisogna cominciare a valutare l’opportunità di edificare su zone già edificate (demolizione del vecchio) ovvero consumo di nuovo suolo pari a zero. Sarebbe opportuno consentire di demolire e ricostruire ma in molti casi questo processo è bloccato dalle norme statali che fanno capo ai beni culturali.
• E’ urgente una adeguata opera di bonifica e pianificazione idraulica incidendo di più negli interventi di prevenzione in tutti i settori. Per assicurare un corretto equilibrio idraulico è indispensabile dragare i fiumi, soprattutto alla foce, e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori come i canali e i fossi di scolo del territorio
• Bisogna prevenire il rischio idraulico ripensando al pericolo derivante dai vincoli delle normative vigenti, che di fatto rendono difficile lo scavo degli alvei dei fossi e dei canali e oneroso lo smaltimento dei fanghi di escavazione, con rischio serio per tutta la popolazione.
• In passato i materiali risultanti dall’escavazione venivano depositati lungo le fasce limitrofe al corso del canale. Con l’entrata in vigore dei nuovi vincoli questa attività non è più possibile: i fanghi, devono essere trattati tutti come rifiuti, e spesso come rifiuti speciali. Ne consegue che un’attività che prima veniva eseguita come manutenzione ordinaria, adesso deve essere trattata come straordinaria, con conseguente complicazione operativa ed aumento esponenziale dei costi, sia per le analisi che per l’adozione di soluzioni tecniche per lo stoccaggio. Oggi per pulire i canali e i fossi i costi sono altissimi. I “fanghi di dragaggio”, dopo le analisi chimico-fisiche nella maggior parte dei casi sono classificati come rifiuto e talvolta speciale dovrebbero essere conferiti in discarica, con un alto costo, per il trasporto e lo smaltimento.
• Il dragaggio dei canali e dei fossi è fondamentale perché evita gli allagamenti: in caso di evento meteorico superiore alla media o addirittura eccezionale, l’aver effettuato correttamente la pulizia significa la difesa di tutti i cittadini.
• Bisogna rendere più agevoli i lavori di dragaggio e tornare ad avere la rete di canali, efficiente e in grado di garantire la sicurezza.
• Gli argini dei fiumi e dei torrenti andrebbero monitorati, in particolare in prossimità dei centri abitati. Non è pensabile farlo in fase critica durante la piena. Sarebbe utile ispezionarli facendo ricorso al mondo del volontariato e agli strumenti che la tecnologia oggi ci consente di poter disporre. Inoltre andrebbero dragati i fiumi soprattutto alla foce e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori”.
Lo scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB in vista della tappa, a Canosa di Puglia, del viaggio dell’Associazione Nazionale degli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI), da tempo impegnata anche a promuovere un dibattito sui temi dell’ambiente e della salute.
Negli ultimi 10 mesi l’ANCRI tre momenti di riflessione sulla tutela dell’Ambiente. I’8 dicembre un Focus sui disastri ambientali a Pisa; il 5 giugno al Dipartimento della Protezione Civile per celebrare la “Giornata mondiale dell’Ambiente” e discutere del cambiamento climatico globale e dei suoi effetti sulle popolazioni e oggi scende ancora in campo a Canosa di Puglia per parlare di “Ambiente e paesaggio tra passato, presente e futuro”.
L’Associazione degli insigniti infatti opera per divulgare, a tutti i livelli e in ogni forma, i principi e i valori della Costituzione Italiana che, come previsto dall’articolo 9, tutelando il paesaggio e il patrimonio culturale, in realtà difende anche valori di democrazia e identità storica diminuendo la fragilità del territorio ed aumentandone la resilienza.
L’evento Pugliese, organizzato dal presidente della sezione territoriale Bat Canosium dell’ANCRI Cosimo Sciannamea, si sta tenendo questa mattina presso l’Auditorium di Palazzo Mariano di Canosa di Puglia.
È stato
Dopo i saluti delle Autorità moderati dal giornalista Paolo Pinelli della Gazzetta del Mezzogiorno, sono in programma gli interventi dell’Ing. Paolo Ghezzi con una relazione introduttiva, del sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Trani Simona Merra, del Comandante del Reparto operativo aeronavale di Bari della Guardia di Finanza colonnello Domenico Di Biase, Del comandante carabinieri NOE Lecce magg. Dario Campanella, del comandante del Noe Lecce Maggiore dei Carabinieri Giovanni Di Bella, del Consigliere regionale Francesco Ventola e del consulente in materia ambientale Andrea Pugliese.
La relazione introduttiva è affidata a Paolo Ghezzi delegato nazionale dell’ANCRI per la Protezione Civile e l’Ambiente, ingegnere esperto in tematiche ambientali e responsabile scientifico del master “Gestione e controllo dell’ambiente: economia circolare e gestione efficiente delle risorse” della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
L’intervento introduttivo dell’Ing. Ghezzi è concentrato su alcuni temi trasversali, trattati a livello globale e locale, che impattano sensibilmente sugli equilibri sociali, economici e ambientali delle comunità.
Da un quadro mondiale delle catastrofi collegate ai fenomeni naturali con numeri ufficiali su decessi, persone coinvolte e danni economici, l’Ing. Gezzi, delineerà gli scenari evolutivi degli ultimi 50 anni in termini demografici e sociali mettendoli in relazione con i fattori di rischio precedentemente quantificati. Quindi saranno declinate a livello nazionale gli stessi fattori di rischio, e di conseguenza le relative necessità di pianificazione e indirizzo politico.
Partendo da un quadro mondiale delle catastrofi collegate ai fenomeni naturali con numeri ufficiali su decessi, persone coinvolte e danni economici, l’Ing. Ghezzi, delineerà gli scenari evolutivi degli ultimi 50 anni in termini demografici e sociali mettendoli in relazione con i fattori di rischio precedentemente quantificati. Quindi saranno declinati a livello nazionale gli stessi fattori di rischio, e di conseguenza le relative necessità di pianificazione e di indirizzo politico.
Paolo Ghezzi proseguirà poi la seconda parte dell’intervento con uno scenario mondiale dei reati ambientali suddivisi per categoria e una declinazione dell’impatto sociale ed economico che generano. La stessa fotografia sarà poi declinata a livello di Paese con alcuni brevi informazioni regionali a partire dai dati ufficiali sulla Regione Puglia.