
(AGENPARL) – Roma, 10 Ottobre 2019 – In Bosnia e in Kosovo cresce il disappunto per l’assegnazione del Nobel Letterario allo scrittore austriaco Peter Handke, classificato dai due paesi come ” apologista del defunto presidente serbo Slobodan Milosevic”. Negli anni ’90, Handke aveva espresso opinioni in difesa dei serbi durante il crollo del regime nell’ Jugoslavia. Durante quell’ occasione Peter Handke, paragonò il trattamento riservato ai serbi pari a quello subito dagli ebrei sotto regime nazista, una dichiarazione che in seguito ritrattò. Quello che lo scrittore dichiarò nel suo diario di viaggio del 1996 “A Journey to the Rivers: Justice for Serbia “, causò polemiche e proteste daparte di politici ed intellettuali avversi, ma nel 1999 ricevette il prestigioso premio tedesco Buechner in segno di protesta per l’ attentato della NATO a Belgrado. Nonostante che la storia sia stata confermata e trascritta in una sentenza ufficiale della Corte delle Nazioni Unite, Handke ha negato che il genocidio e la pulizia etnica siano avvenute a Srebrenica in Bosnia, dove oltre 8.000 bosniaci furono massacrati dai soldati serbi nel 1995. Secondo pubblicato su The Guardian nell’aprile 1999, il giornalista Ian Traynor riferì che Peter Handke “sosteneva che i musulmani avevano organizzato da soli i loro massacri a Sarajevo incolpandone i serbi.
Il politico liberale di Sarajevo Reuf Bajrovic ha contestato i componenti della giuria del premio Nobel, dichiarando che:” non si comprende come Peter Handke possa essere considerato un grande”. Stessa reazione di sdegno da parte dei Kosovari, anch’esso devastato dalla guerra e dagli scontri etnici, avvenuti nel 1998-1999 tra le forze serbe ed i guerriglieri albanesi che rivendicavano l’indipendenza. “Un sostenitore e negazionista di Milosevic del genocidio serbo, riceve il premio Nobel per la letteratura”, ha dichiarato il principale quotidiano Koha Ditore.
Lo scrittore Peter Handke, fece un discorso pubblico in onore di Milosevic di fronte a migliaia di persone durante i funerali 2006. Il presidente serbo era deceduto mentre era detenuto durante il processo svoltosi presso la Corte penale internazionale presso il tribunale per crimini internazionali all’ Aja, che a suo tempo richiese allo stesso Handke di rendere testimonianza in favore di Slobodan Milosevic.
In Serbia invece, la reazione alla notizia della premiazione con il Nobel per la Letteratura allo scrittore austriaco, è stata positiva, i serbi si sono congratulati con Handke definito un “amico di serbi” e che attualmente è anche membro dell’accademia delle scienze e delle arti del paese dal 2012.