“Accanto allo scandalo del reddito di cittadinanza concesso ad ex brigatisti e criminali condannati per reati gravissimi, c’è un altro scandalo che riguarda non l’incapacità di una certa classe politica, ma il suo cinismo, la sua disonestà intellettuale, la sua doppia morale. Il “soccorso rosso” scatta puntuale per difendere chi porta il marchio della sinistra, anche se accusato di fatti orrendi come quelli avvenuti a Bibbiano. Se invece chi viene insultato o minacciato è di destra, ci si volta dall’altra parte e si lascia cadere tutto nel silenzio. I quotidiani insulti volgari e sessisti verso Giorgia Meloni non scandalizzano le paladine delle donne, le minacce e le ingiurie verso il Secolo d’Italia non scompongono gli alfieri della libertà di informazione. Ai giornalisti del ‘Secolo’ va la mia piena solidarietà dopo i violenti insulti ricevuti per essersi occupati di una vicenda davvero scandalosa e la cui reale portata appare ogni giorno più vasta. Non solo Federica Saraceni, condannata a 21 anni e mezzo di carcere per l’omicidio di Massimo D’Antona, percepisce il reddito di cittadinanza, ma anche Raimondo Etro, condannato per concorso nel sequestro Moro, libero di insultare i giornalisti sui social, e ancora Massimiliano Gaeta, condannato per banda armata ed eversione. Delinquenti che avevano l’obiettivo di sovvertire lo Stato, ma che da quello stesso Stato non disdegnano di ricevere a casa la paghetta mensile a discapito dei cittadini perbene e delle famiglie bisognose. Parliamo di assegni da 600 o 700 euro mensili, somme che molti giovani precari faticano a ricevere per sgobbare ore e ore sul posto di lavoro. Il tutto perché in Parlamento sono state puntualmente ignorate le osservazioni di Fratelli d’Italia sui rischi della norma, perché sono stati bocciati tutti gli emendamenti che abbiamo presentato, con il risultato che oggi il reddito di cittadinanza può essere erogato a persone che hanno inferto ferite sanguinose alla società, compiendo reati gravissimi, se la loro condanna risale a soli dieci anni fa. Soggetti che non sono neppure in condizioni di accettare una proposta di lavoro perché magari ristrette ai domiciliari, come nel caso della Saraceni. Il problema, per chi fa finta di non comprendere, non è quindi se l’erogazione del sussidio sia o meno legittima, ma proprio il fatto che sia legittimata da una norma assurda, che premia i delinquenti con le tasse pagate dalle vittime. Una mortificazione ulteriore da parte di uno Stato che non è mai stato capace di assicurare il giusto sostegno alle famiglie delle vittime della criminalità, del terrorismo e del dovere”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che sulla vicenda ha depositato una interrogazione insieme al collega Walter Rizzetto.
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