(AGENPARL) – Roma, 21 ottobre 2020 – La trama si è infittita per “Biden e compagnia”.
Quel Joe del politicamente corretto, del perfettamente pulito, quello della classe operaia che tutti amano forse non è vero perché potrebbe essere solo una questione di immagine e propaganda.
Oggi possiamo solo ringraziare suo figlio per aver esposto tutti i panni sporchi alla pubblica opinione.
Quel disastro ambulante del figlio ha lasciato il suo MacBook in un’officina a Wilmington, nel Delaware, nell’aprile del 2019 e si è dimenticato di ritirarlo.
Dopo un periodo di 90 giorni, il titolare del negozio è diventato il nuovo proprietario del negozio ed ha fatto una copia del disco rigido e l’ha consegnato il laptop all’FBI.
Una copia del disco rigido è stata consegnata all’avvocato di Rudy Giuliani.
Giuliani gives alleged Hunter Biden laptop to New Castle County police https://t.co/IRGFeeWM03
— Journal Sentinel (@journalsentinel) October 21, 2020
Queste e-mail sono solo la punta dell’iceberg e ora vediamo che Hunter potrebbe essere stato coinvolto nella pornografia infantile. Per lo meno, è abbastanza strano che sono state trovate decine di foto di ragazze minorenni.
L’ex sindaco di New York City ha consegnato quelle immagini alla Polizia di Stato del Delaware, ma c’è di più.
.@RudyGiuliani tells Newsmax that Hunter Biden had numerous pictures of "underage girls" on the laptop that reportedly belonged to him and that he has turned them over to the Delaware State Police.pic.twitter.com/pu6rNYTlV9
— Daily Caller (@DailyCaller) October 21, 2020
L’ex socio in affari di Hunter si è rivoltato letteralmente contro: infatti ha dato al giornalista investigativo Peter Schweizer l’accesso al suo account Gmail, che descriveva gli accordi più sordidi con Russia e Cina. E sì, Joe Biden è coinvolto in alcune presentazioni.
Questa è una raccolta di e-mail totalmente separata da quella sul laptop di Hunter (tramite The Blaze): «Quando Bevan Cooney – l’ex socio in affari “junior” di Hunter Biden e Devon Archer – è andato in prigione nel 2019, il giornalista investigativo e autore di best seller del New York Times Peter Schweizer pensava che non avrebbe mai avuto accesso alle e-mail schiaccianti che Cooney aveva promesso. Tutto è cambiato tre settimane fa, quando Schweizer ha avuto accesso completo all’account Gmail di Cooney.
Schweizer si è unito a Glenn Beck nel programma radiofonico martedì per descrivere solo alcuni degli accordi commerciali rivelati in queste e-mail, come Hunter che lavora con un presunto criminale russo e con i comunisti cinesi per proteggere i loro beni, o per assicurarsi il tempo uno a uno con il suo papà, l’allora vicepresidente Joe Biden. E tutte queste nuove informazioni sono completamente separate dalle e-mail presumibilmente scoperte sul laptop di Hunter Biden recentemente riportate dal New York Post.
“Quindi, voglio che sia chiaro. Questa [e-mail di Cooney] non ha nulla a che fare con quello che c’è sul portatile… Non è arrivata da [Rudy] Giuliani. Non è arrivata da nessun altro, giusto? “Chiese Glenn a Schweizer».
La mente torna indietro a quando il New Yorker ha scritto di Hunter che ha sconvolto le ambizioni di Joe per il 2020.
E questa situazione sta brutalmente arrivando al nodo del pettine.