(AGENPARL) – Roma, 14 ottobre 2020 – I capi delle finanze del Gruppo dei sette paesi più industrializzati hanno dichiarato martedì che i servizi di pagamento digitale devono essere “adeguatamente controllati e regolamentati”, sollevando preoccupazione poiché sia le autorità pubbliche che le aziende stanno studiando l’emissione di valute digitali.
L’avvertimento arriva quando la banca centrale cinese ha avviato i pagamenti di prova utilizzando lo yuan digitale in una parte del paese, una mossa che potrebbe costituire una sfida per il sistema valutario internazionale basato sul dollaro USA, mentre Facebook Inc. ha proposto la sua stablecoin Libra.
In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo la loro videoconferenza, i ministri delle finanze del G-7 e i governatori delle banche centrali hanno riconosciuto che i pagamenti digitali potrebbero aiutare a migliorare l’accesso ai servizi finanziari e ridurre i costi.
Ma hanno anche sottolineato la necessità di compiere sforzi per prevenire attività fraudolente come il riciclaggio di denaro.
Hanno affermato che “nessun progetto globale di stablecoin dovrebbe iniziare a funzionare finché non soddisfa adeguatamente i requisiti legali, normativi e di supervisioni pertinenti”.
Sono state sollevate una serie di domande sulle valute digitali.
Potrebbero essere utilizzati per il riciclaggio di denaro, mentre alcuni sono preoccupati che l’emittente ottenga esclusivamente un’enorme quantità di informazioni sulle persone, inclusa la cronologia degli acquisti.
Il G-7 si è impegnato a sostenere il lavoro per “analizzare i rischi” relativi a tali pagamenti e ad adottare “risposte politiche appropriate”.
La video conferenza si è tenuta mentre le banche centrali statunitensi, europee e giapponesi stanno studiando la possibilità di emettere valute digitali.
Ma nessuna banca centrale nelle economie del G-7 – Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti – o nell’Unione Europea ha finora deciso di emettere valute digitali.
Le valute digitali delle banche centrali potrebbero fornire quantità di ordini in qualsiasi luogo ad un costo inferiore rispetto agli accordi digitali offerti da società private, che addebitano commissioni dai rivenditori e non sono necessariamente disponibili in tutti i negozi.
Martedì, i capi delle finanze hanno anche espresso preoccupazione per la crescente minaccia di attacchi di ransomware durante la pandemia di coronavirus.
Un ransomware è un tipo di malware che limita l’accesso del dispositivo che infetta, richiedendo un riscatto (ransomin) da pagare per rimuovere la limitazione.
Gli attacchi spesso comportano pagamenti in criptovaluta e il G-7 ha promesso di “combattere questa minaccia collettivamente e individualmente”.