
(AGENPARL) – Roma, 8 maggio – Il contesto emergenziale creato dalla pandemia ha esposto il settore sanitario a rischi corruttivi ancora maggiori rispetto al passato, situazione acuita dalla decisione di sospendere i controlli in entrata sulle aziende che partecipano alle gare d’appalto per la produzione di dispositivi sanitari.
È questo il grido d’allarme lanciato da Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby Italia e Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia, in occasione dell’incontro “Covid19: come impedire la corruzione nella sanità”.
The Good Lobby Italia e Transparency International Italia indicano nella scelta di procedere prima all’assegnazione dei contratti per il materiale sanitario e solo dopo alla verifica sulle aziende il vero errore di metodo perché, al contrario di una velocizzazione del processo si è ottenuto l’effetto opposto, ossia un allungamento dei tempi generato dall’assegnazione di commesse a società inesistenti, incapaci di soddisfare le richieste o, successivamente, ritenute irregolari. È mancato quindi il buon senso, situazione confermata dall’avere assegnato appalti e commesse a società che mai si erano occupate di produzione – o importazione – di materiale sanitario.
Per The Good Lobby Italia e Transparency International Italia neanche il “modello Genova” può essere la soluzione ottimale perché non è pensabile un’assegnazione diretta, senza gare, per tutti i fondi stanziati dopo l’emergenza sanitaria. Entrambe le associazioni ricordano come il codice degli appalti preveda già, in contesti emergenziali, uno snellimento delle procedure burocratiche.
The Good Lobby Italia e Transparency International Italia chiedono al Governo di non affidare appalti a società anonime che hanno sede nei paradisi fiscali; solo così si può evitare spreco di denaro pubblico e il rischio di infiltrazioni mafiose. È per questo necessario un registro pubblico aperto dei titolari effettivi di impresa, volto ad evitare relazioni economiche con aziende di cui non sia possibile conoscere il reale titolare, proprio perché lo schermo è reso possibile da società anonime dietro le quali spesso opera la criminalità organizzata. Le due associazioni chiedono quindi garanzie di trasparenza rispetto a tutti i processi decisionali relativi alla gestione sanitaria dell’emergenza, dalla app di contact tracing alla scelta di eventuali terapie o vaccini. Solo investendo nel rapporto di fiducia fra cittadini e istituzioni è possibile eliminare le opacità e la mancanza di chiarezza che in alcuni momenti ha dominato durante la gestione dell’emergenza.