
(AGENPARL) – mer 08 giugno 2022 Riforma della Giustizia, domenica il voto per il Referendum. L’avvocato Felice Belluomo, presidente della Camera Penale Napoli Nord:“Sono a favore di un divorzio delle carriere, come da proposta di legge popolare promossa dall’[Unione delle Camere penali italiane](https://www.camerepenali.it/). Sì all’abrogazione della limitazione delle misure cautelari”.
“In Italia dobbiamo colmare, innanzitutto, unvulnus democratico di informazione.Si tende a parlare poco dei referendum ed è triste che neanche le forze politiche che hanno sostenuto questi referendum, oggi, ne parlino”,dichiara al Capoluogo l’avvocato Felice Belluomo, presidente della camera Penale di Napoli Nord.
Mancano pochi giorni al referendum: si voterà domenica 12 giugno, data dell’Election Daye tra i requisiti referendari uno dei più caldi riguarda la separazione delle carriere. Questa l’analisi dell’avvocato Belluomo: “Noi andremo a votare un referendum abrogativo, che tende ad abrogare, tuttavia, una parte dell’ordinamento giudiziario in cui, attualmente, è consentito ad un magistrato– dopo la vittoria di un concorso –di passare dalle funzioni requirenti a quelle inquirenti,cioè da Pubblico Ministero a Giudice e viceversa.Passaggio che, qualora vincesse il Sì, non sarà più consentito. Ciò significherebbe che il magistrato, all’inizio della propria carriera, dovrà scegliere dove voler prestare il suo servizio”.
“Ifautori del ‘No’dicono che, in questo modo, si tenderebbe in parte asottomettere soprattutto il Pm al potere esecutivoe che ci sarebbero, altresì,rischi di copertura in alcune zone, causati dalla volontà dei più di fare il Magistrato.Le ragioni del ‘Sì’,invece, sono le ragioni che condivido. Partono dalla valutazione che sia singolare, da parte di Anm e delle forze politiche, rispolverare l’argomento del‘rapporto Magistratura-Politica’ come minaccia all’indipendenza del sistema giudiziario: questo, quando ilCaso Palamara ha dimostrato che l’osmosi con la politica e la contiguità con le stesse forze politiche siano da tempo realtà proprie della Magistratura. La separazione delle funzioni, allora, riteniamo possa garantire maggiormente l’autonomia del magistrato. Perché attualmente Magistrati e PM fanno lo stesso percorso, hanno lo stesso organo di controllo e la stessa rappresentanza sindacale nell’Anm: vi sono, quindi, una promiscuità e una contiguità particolarmente rilevanti”.
“Ritengo che sarebbe opportuna, tuttavia, una separazione netta delle carriere che preveda un doppio Csm e un doppio concorso. Una distinzione importante, quindi, delle funzioni requirenti da quelle giudicanti.Questo è il mio auspicio, che il referendum possa essere un segnale verso questa direzione per il sistema politico. Del resto, queste stesse richiese sono contenute nellaproposta di legge popolare che ha presentato l’Unione delle Camere Penali,con oltre 50milafirme raccolte”,aggiunge l’avvocato e Presidente Felice Belluomo. “Ho coniato anche un motto:non sono a favore della separazione delle carriere, ma del divorzio delle carriere.Questa espressione dà l’immagine calzante didue parti processuali distinte e distanti“.
Il 12 giugno si voterà anche per la “Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale”. Cosa vuol dire? “Sta venendo fuori il concetto che con il ‘Sì’ a questo quesito referendario possa scatenarsi un ‘Tana libera tutti’, ma non è assolutamente così.Con questo quesito abrogativo, si vuole abrogare quella parte che consente di applicare la misura della custodia cautelare in carcere, indistintamente,per qualsiasi tipo di reato.
Nel nostro Paese c’è una visione tendenzialmente sanzionatoria: il pensiero comune è ‘Tutti in carcere’.
Si pensa che la prevenzione detentiva possa contribuire a debellare fenomeni criminali.In questo modo, però, la Magistratura potrebbe perdere di vista la funzione principale del processo, cioè l’accertamento.
Vorremmo allora che, attraverso questa via referendaria, si recuperassero queiprincipi di adeguatezza e proporzionalità nell’applicazione delle misure cautelari.Principi che vengono spesso sbandierati nei convegni, ma che non trovano applicazione pratica nel quotidiano”.
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La Redazione – L’Aquila
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