
(AGENPARL) – lun 30 maggio 2022 segna un passo
stimoli luminosi ricevuti da un apposito dispositivo (l’impianto cocleare) in un poten
ziale d’azione
che viene trasmesso al cervello e percepito come suono
” spiega Gorostiza.
Al fine di evitare la manipolazione genetica
, in questo nuovo progetto abbiamo invece sviluppato
un metodo alternativo per accoppiare la luce all’attività elettrica d
ei neuroni
. Abbiamo così ideato
una molecola
, denominata
TCPfast
, in grado di legarsi covalentemente a un recettore neuronale e
di funzionare come
protesi molecolare
che trasforma i normali neuroni uditivi in neuroni in
grado di attivarsi con la luce
aggiunge
Carlo Matera
, il chimico farmaceutico
dell’IBEC
che ha
sintetizzato
dal 2020
ricercatore presso il
ipartimento di Scienze Farmaceutiche
dell’
Università degli Studi di Milano
Rispetto agli attuali impianti cocleari attivati da uno sti
molo elettrico, gli impianti attivati dalla luce
consentiranno di superare alcuni limiti. “
Il motivo principale per cui gli utilizzatori di impianti cocleari
non riescono a percepire correttamente la musica e le conversazioni in ambienti rumorosi è
rappres
entato dal fatto
la coclea, per sua stessa natura, contiene dei liquidi. Questo fa sì che
in alcuni casi gli stimoli di natura elettrica si
propag
al suo interno in maniera
eccessiva
”,
spiega
Antoine Huet
, ricercatore dello University Medical
Center di Göttingen. “
Poiché
invece la
luce invece può essere trasmessa in maniera più definita attraverso i liquidi, la nostra tecnica
consente di stimolare i neuroni della coclea con una precisione di gran lunga superiore
”, sottolinea
Huet.
In questo mo
do gli utenti otterrebbero, anche in situazioni uditive complesse, un recupero dell’udito
più simile a quello fisiologico. “
Quando le persone che utilizzano gli attuali impianti cocleari
ascoltano della musica, il suono viene digitalizzato e non viene in r
ealtà riconosciuto dal nostro
cervello come musica
”, spiega Huet. “
Per apprezzare la musica e la conversazione in presenza di
rumore,
la chiave sta nell’avere un’eccellente risoluzione delle frequenze che compongono il
suono, e questo non può essere ottenu
to con la stimolazione elettrica
”, aggiunge.
Prima molecola nel suo genere.
TCPfast è stato progettato per poter essere attivato con luce blu
Dopo aver testato gli effetti della
nostra molecola in vitro su neuroni ippocampali, abbiamo condotto esperimen
ti in vivo su gerbilli,
dei piccoli roditori
”, afferma
Aida Garrido
Charles
, ricercatrice presso l’IBEC. “
Questi esperimenti ci
hanno permesso di verificare che
quando TCPfast viene colpito da luce blu è in grado di indurre un
segnale nei neuroni della coc
lea. Si tratta della prima volta in cui un risultato del genere viene
ottenuto adottando una strategia farmacologica