
Ieri il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno con il quale si impegna la Giunta regionale a modificare o revocare alcuni atti amministrativi e regolamentari che disciplinano le prestazioni in fatto di welfare. Si va (erroneamente) sostenendo, in queste ore, che si tratti di una cancellazione della normativa di sistema, con gravi danni per l’intero comparto e per i cittadini. Chiariamo.
L’ordine del giorno è atto con il quale si esprime un semplice indirizzo politico: non ha valore amministrativo né, men che meno, legislativo. Non è dunque idoneo ad abrogare delibere o regolamenti in vigore.
L’ordine del giorno licenziato ieri dal Consiglio regionale è stato approvato coi voti favorevoli di tutto il centrodestra, l’astensione di parte del centrosinistra, alcuni voti contrari del centrosinistra.
Con l’atto in questione si è dato mandato alla Giunta regionale di procedere ad una revisione della regolamentazione vigente.
Già nel corso della precedente Legislatura sia il centrodestra sia diversi consiglieri del centrosinistra avevano sostenuto la necessità di modifiche radicali, considerato che la riforma varata dalla Giunta del tempo era stata bocciata anche dalla giustizia amministrativa.
Richieste di modifiche erano state formulate anche dai sindaci di diversi Comuni calabresi, ritrovatisi a dover fronteggiare evenienze e costi insostenibili e non dovuti.
Forti perplessità sono state espresse nel tempo anche dalle strutture socioassistenziali, che sin qui hanno continuato a garantire le loro prestazioni per senso di responsabilità nei riguardi dei cittadini ed a garanzia dei livelli occupazionali, pur in assenza di contratti e di fronte alla mancata liquidazione delle loro spettanze.
Mai si è pensato di derogare al confronto con i soggetti istituzionalmente deputati a definire, di concerto con la Giunta regionale, le questioni afferenti il sistema del welfare. Ogni eventuale modifica sarà preceduta dal confronto e dalla concertazione sia con il Terzo Settore, sia con la Consulta delle autonomie locali: sarebbe stato così anche se la legge non lo avesse imposto.
Questo metodo non sarà un’eccezione, ma la regola dell’Assessorato al Welfare: proprio ieri ho personalmente e ufficialmente annunciato l’avvio (nei modi che l’emergenza Coronavirus consentirà) di una fase di concertazione (giuridicamente non obbligatoria) col mondo del volontariato ed il Terzo Settore per definire congiuntamente misure urgenti e straordinarie a sostegno delle famiglie e delle fasce deboli della popolazione, per arginare le conseguenze della pandemia in corso. (News&Com)