(AGENPARL) - Roma, 17 Dicembre 2025(AGENPARL) – Wed 17 December 2025 *ll lucano Leonardo Moscaritolo, presidente del gruppo di lavoro cereali di
Cia-Agricoltori, spiega perchè domani 18 si marcia a Bruxelles**: *
*Leonardo Moscaritolo, agricoltore lucano e presidente del gruppo di lavoro
cereali di Cia – Agricoltori Italiani*
Il 10 dicembre del 2025, a Nuova Delhi, l’Unesco, Agenzia delle Nazioni
Unite, ha riconosciuto “La Cucina Italiana” come patrimonio immateriale
dell’umanità. Un risultato importante che “istituzionalizza” qualora ce ne
fosse stato bisogno, l’enogastronomia italiana come eccellenza da tutelare
con il suo ricco patrimonio di storia, identità, biodiversità.
Un percorso importante, che rende orgogliosi tutti coloro che lavorano per
fare del made in Italy agroalimentare un’eccellenza da celebrare a livello
internazionale: contadini, pescatori, allevatori, artigiani, chef che ogni
giorno con impegno e passione onorano al meglio il potenziale della nazione.
*L’Unesco non basta*
Nel 2024 l’export agroalimentare italiano ha raggiunto il record di 68
miliardi di euro e per i dati del 2025 ci si aspetta un ulteriore nuovo
aumento non inferiore al 10%. Numeri significativi che segnano come
l’agroalimentare resti un asset strategico per il paese. Eppure, nonostante
i riconoscimenti internazionali e il made in Italy agroalimentare sempre
più celebrato in ogni zona del pianeta, la parte primaria della filiera,
ovvero l’agricoltura continua a soffrire in maniera importante.
Il settore dei cereali alla base di tante eccellenze del made in Italy
agroalimentare vede un livello di sofferenza che sembra oramai cronico e
privo di prospettive. Il grano duro alla base della pasta, vede le
produzioni al minimo storico, i prezzi costantemente sotto i costi di
produzione e l’import che raggiunge numeri record di anno in anno, per il
grano tenero alla base dei prodotti da forno, l’import supera
tranquillamente il 70% del fabbisogno, il Mais materia prima per le grandi
DOP zootecniche vede il livello di approvvigionamento nazionale ruotare
intorno al 45% mentre il riso, nonostante venga declinato come prodotto
sensibile aumenta il suo livello di esposizione tra aree di libero scambio
sempre più “generose”.
*Serve una risposta organizzata*
Aumento dei costi di produzione, cambiamenti climatici, bassi prezzi pagati
agli agricoltori, tagli di contributi pubblici, misure ambientali sempre
più restrittive, eccessi di burocrazia, import rilevante, stanno portando
serie conseguenze al comparto primario e certo gli annunciati tagli alla
politica agricola comune che dopo il 2027 rischiano di portare un colpo
durissimo a un settore già in difficoltà.
Inevitabile quindi una risposta organizzata, di massa, forte, decisa, ai
paventati tagli della PAC annunciati dalla Commissione.
Saremo in tanti quindi domani 18 dicembre a Bruxelles, in occasione
dell’ultima riunione del Consiglio Europeo per il 2025, per manifestare
contro le sciagurate proposte della Commissione Europea per la nuova
Politica agricola comune e un Quadro Finanziario Pluriennale totalmente
inadeguato.
Previsti almeno 10. 000 agricoltori, 3000 trattori, delegazioni da tutti i
27 paesi comunitari organizzati dal Copa – Cogeca l’organizzazione dei
produttori agricoli europei che rappresenta oltre 25 milioni di associati.
Cia – Agricoltori Italiani sarà presente con una nutrita delegazione di
agricoltori con in testa il Presidente Nazionale, Cristiano Fini.
In un contesto di forte incertezza, con i costi di produzione alle stelle,
le continue crisi di mercato, il contesto geopolitico, i dazi, il dramma
della guerra che torna a condizionare la vita quotidiana di ognuno di noi,
i tagli al settore agricolo è quanto di peggio ci si potesse aspettare
dalle istituzioni europee.
Le critiche
Le critiche severe al quadro finanziario pluriennale e al taglio delle
risorse per l’agricoltura non a caso arrivano dalla totalità del mondo
agricolo ma anche dal Parlamento Europeo, unica istituzione elettiva in
Europa e che minaccia la bocciatura senza mezzi termini della nefasta
proposta della Commissione e che potrebbe portare ulteriori frizioni tra il
farraginoso e già fragile meccanismo di funzionamento delle stesse
istituzioni europee.
La dotazione finanziaria complessiva della futura PAC sarebbe destinata a
perdere peso percentuale, *scendendo da circa il 30% al 15%* del bilancio
totale dell’UE. Il taglio netto porterebbe una riduzione del 22,4% del
budget agricolo comunitario “riservato” alla Pac, pari a 85 miliardi di
euro in sette anni. Per l’Italia ciò significa circa un miliardo di euro in
meno all’anno di sostegni all’agricoltura una contrazione che condizionerà
inevitabilmente la programmazione per il settore agricolo.
Come Cia Agricoltori Italiani abbiamo ribadito con forza il totale
respingimento al mittente delle misure avanzate in termini di taglio di
risorse e della formulazione del fondo unico.
La proposta della Commissione introduce infatti un mutamento strutturale
senza precedenti: l’eliminazione degli strumenti dedicati alla Politica
agricola comune con i due distinti Fondi Feaga e Feasr, sostituiti da un
Fondo Unico che accorperebbe risorse agricole, ma anche politiche di
coesione e altri interventi. In aggiunta con le proposte si profila la ri-
nazionalizzazione di una politica fondante dell’Unione e la perdita del
carattere comune.
Percorso inaccettabile
Un percorso inaccettabile non solo per il mondo agricolo perchè la PAC
(nonostante le enormi storture, sempre avversate e denunciate per altro da
Cia) resta tra le più avanzate delle politiche comunitarie, uno strumento
sicuramente migliorabile ma vitale per garantire un’Europa di benessere,
pace, giustizia sociale e presidio delle aree rurali, interne, marginali
sempre più in difficoltà.
*Leonardo Moscaritolo, agricoltore lucano e presidente del gruppo di lavoro
cereali di Cia – Agricoltori Italiani*