(AGENPARL) - Roma, 2 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 02 December 2025 COMUNICATO STAMPA
COMUNE DI CASTELLAMONTE
ASSESSORATO ALLA CULTURA – CONSIGLIO DI BIBLIOTECA
Sabato 13 dicembre 2025 – ore 16,00 – Centro Congressi P. Martinetti
L’Assessorato alla Cultura ed il Consiglio di Biblioteca di Castellamonte organizzano, per Sabato 13 dicembre 2025 – ore 16,00 presso il Centro Congressi Piero Martinetti, la conferenza “C’era una volta il Natale. Storia, racconti, testimonianze e tradizioni del periodo Natalizio in Canavese” narrate da Maria Jose Ragona.
Jose è una ricercatrice storica, ha approfondito argomenti relativi al mondo agricolo, tradizioni e testimonianze canavesane.L’ingresso è libero e gratuito.
Jose ha consultato l’archivio diocesano di Ivrea e sulla enciclopedia cattolica della Città del Vaticano, ha scoperto che non esiste una data certa riguardo la nascita di Gesù, l’usanza del Natale festeggiato il 25 dicembre risale a circa il 380 d.C. ma solo nel 425 viene inserita nel calendario delle celebrazioni delle feste civili.
Il 25 dicembre è una data simbolica principalmente legata al solstizio d’inverno, quasi una festa della luce, che riappare dopo le giornate più buie. Gesù veniva preannunciato nell’antico testamento dai profeti, in primis Isaia, come luce e sole “Il Signore sarà per te la luce eterna” e nessuna altra data poteva essere più adatta che la rinascita della luce e del sole. Il 25 marzo (periodo dell’equinozio primaverile) divenne il giorno del concepimento del Salvatore per cui risultò come data della sua nascita il 25 dicembre.
È fuori dubbio l’origine prettamente romana della celebrazione liturgica del Natale, ma resta sconosciuto il momento esatto in cui iniziarono le celebrazioni.
Nel corso della storia vennero adottati vari metodi di datazioni specifici per ogni diverso paese della Terra, in special modo, prima della nascita di Gesù Cristo, gli anni si contavano dalla fondazione della città di Roma oppure dalla creazione del mondo in base ad un calcolo fatto tramite la Bibbia. Fin quando un monaco, Dionigi il piccolo, nato nel 532 d.C. nell’impero d’Oriente, che viveva a Roma, all’inizio del VI secolo, ebbe l’idea di contare gli anni dalla data di nascita di Gesù, individuata nel 25 dicembre nell’anno 753 dalla fondazione di Roma.
Verrà ricordato poi il testo di Costantino Nigra e Delfino Orsi, “Il Natale in Canavese”,
Costantino Nigra trova nell’archivio delle parrocchie della Valle Sacra alcuni frammenti di testi risalenti al 1774 / 1779, che sono testi molto frammentati per il tempo e per la conservazione, successivamente trova il testo più interessante e completo, quello del 1892 in cui si evidenzia l’esclusiva religiosità dell’evento legata alle recite nella Chiese parrocchiali.
Il Nigra riporta di come le recite rispecchiavano la vita delle sue vallate native. Niente altro erano che la rappresentazione dei pastori verso Betlemme. Solitamente 10 o 12 pastori, vestiti con un mantello di lana ed un grande cappello entravano nella chiesa durante la messa di mezzanotte dopo il “Credo” e consegnavano i doni a lato della statuetta di Gesù Bambino. Le offerte erano i prodotti del territorio: burro, uova, latte, miele, uva, farina da polenta, polli, a volta colombe o tortore, fasce per neonati. Questi doni restavano alla parrocchia ed era discrezione del parroco l’utilizzo dei doni o la distribuzione a famiglie meno abbienti…
Jose riporta interviste e ricordi di persone canavesane.
“A scuola nel periodo natalizio la maestra ci faceva disegnare delle cornicette sui quaderni a quadretti che rappresentavano il vischio o il pungitopo con le bacche rosse. Come in primavera facevamo le cornicette con le ciliegie o i fiori”
“I canti erano in latino, non si capiva niente, ma era tutto sacro e tutto aveva il sapore del mistero”.
“All’asilo c‘erano delle statuette di zucchero, tipo angioletti, li portavo a casa e ogni tanto li leccavo un po’ e quella dolcezza mi sembrava una cosa da conservare anche dopo il Natale per più giorni . C’era “Al Bambina at sucar” (Gesù bambino di zucchero) erano statuette di zucchero, lasciavamo sotto il piatto la Letterina di Natale. I bimbi nascondevano sotto il piatto di papà o mamma, la letterina di Natale. Era piena di buoni propositi: impegnarsi tanto a scuola, aiutare a casa la mamma nei piccoli lavoretti quotidiani, ascoltare quanto insegnavano mamma e papà. L’ubbidienza e il rispetto erano due valori fondamentali…”
E si narrerà tanto altro ancora… i Re Magi, le previsioni del tempo nell’annata successiva attraverso tradizioni, segni propiziatori, il Presepe, il simbolo del vischio e dell’agrifoglio, i premi e le lotterie…
