(AGENPARL) - Roma, 24 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 24 November 2025 ARCHIDIOCESI DI PERUGIA-CITTA’ DELLA PIEVE
U.S.Di. – UFFICIO STAMPA DIOCESANO
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COMUNICATO STAMPA N° 3979 – lunedì 24 novembre 2025
Alla cortese attenzione della redazione
Perugia: Aperta la Visita pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis
all’insegna di una Chiesa viva, unita e fraterna che visita se stessa
Si è aperta con la celebrazione eucaristica della domenica di Cristo Re, nella serata del 23 novembre, in una gremita cattedrale di San Lorenzo a Perugia, la Visita pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis alle comunità delle 32 Unità pastorali dell’Arcidiocesi, visita che proseguirà fino al 2028. Le prime Unità che incontrerà mons. Maffeis, a partire dal 27 novembre, sono quelle della VII Zona pastorale (Città della Pieve – Castiglione del Lago), precedute, nella stessa giornata, dalla visita alla Casa Circondariale a Capanne, come “luogo segno” dell’avvio, sul territorio, della stessa Visita pastorale.
Negli ultimi due decenni si sono tenute in diocesi due Visite pastorali, quelle degli arcivescovi Giuseppe Chiaretti (2003-2006) e Gualtiero Bassetti (2013-2017). Mons. Maffeis ha annunciato la sua con la Lettera pastorale Come ad amici di casa del 12 settembre scorso, un “uscire” dalla chiesa verso le case della gente.
Durante la celebrazione di apertura, tre seminaristi hanno compiuto un ulteriore passo verso il sacerdozio: Jacopo Caraglio, al quinto anno di studi, è stato ammesso tra i candidati all’Ordine sacro; Pierpaolo Fioretti e Giuseppe Mordivoglia, al terzo anno di studi, gli è stato conferito l’accolitato, un servizio più stretto all’altare e all’Eucaristia. Segni anche questi di una Chiesa viva e in cammino.
Al termine della celebrazione ai rappresentanti di ciascuna delle 32 Unità pastorali, che compongono le 7 Zone dell’Arcidiocesi, mons. Maffeis ha consegnato una lampada ad olio da tenere accesa in una chiesa di ogni Unità per il periodo della Visita. Una luce che ricorda alle comunità il passaggio del loro Pastore e le domanda disponibilità all’ascolto, alla conversione e a una rinnovata passione evangelica. La Visita pastorale è un tempo privilegiato in cui mons. Maffeis incontra tutto il popolo di Dio, verifica il cammino delle comunità, ascolta, incoraggia, discerne.
L’arcivescovo, nell’omelia, ha esordito con il ringraziare i fedeli, vedendo la cattedrale gremita in una serata molto fredda di novembre, definendo la loro presenza una «qualificata partecipazione, che manifesta una Chiesa viva, unita e fraterna. Non è cosa da poco conto – ha commentato -. La cultura in cui siamo immersi parla un linguaggio diverso. Educa a non legarsi, a non appartenere, a custodire con gelosia la propria libertà e indipendenza. Questa sensibilità, che sembrerebbe dilatare le opportunità, spesso si risolve in solitudini che tolgono il respiro alla vita. Perché uno dei bisogni più profondi che ci anima è quello di avere qualcuno a cui guardare e dal quale essere guardati, un volto amico e affidabile in cui ritrovarsi».
«La Visita – ha sottolineato l’arcivescovo – è l’occasione in cui la comunità visita se stessa, si guarda dentro e attorno, reagisce all’affievolirsi della tensione spirituale e si aiuta a rivedere le modalità della propria presenza sul territorio: “Le esigenze dell’annuncio cristiano e i cambiamenti degli ultimi decenni, che interessano l’ambito demografico, culturale ed ecclesiale – ci ha detto giovedì scorso il Papa, concludendo ad Assisi l’Assemblea generale dei Vescovi italiani – ci invitano a superare certi confini territoriali e a rendere le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte, imparando a lavorare insieme e a ripensare l’agire pastorale unendo le forze”. Con questo sguardo vorrei andare incontro alle comunità, conoscerne da vicino la vita e assicurare a ogni persona la vicinanza misericordiosa del Signore e la disponibilità cordiale della sua Chiesa». Con i laici mons. Maffeis vorrebbe «annodare un legame più stretto, oltre a ravvivare in tutti il gusto per la verità del Vangelo e la gioia della vita cristiana, che ci porta a testimoniare l’accoglienza, la solidarietà e la fraternità, rispetto a un contesto spesso distratto – se non indifferente – alle necessità degli altri, specie se poveri».
L’arcivescovo non sarà solo nella Visita pastorale, sarà coadiuvato da cinque covisitatori che si recheranno in ciascuna Unità pastorale dopo che la stessa è stata visitata da mons. Maffeis, con il compito di «verificare che gli stessi suggerimenti dell’arcivescovo vengano attuati nella vita concreta, quotidiana delle nostre comunità». A spiegarlo è il vicario generale don Simone Sorbaioli. I convisitatori avranno il compito di accompagnare i Consigli pastorali e quelli per gli Affari economici delle singole parrocchie nell’espletamento del loro specifico servizio ecclesiale in funzione del bene di tutta la comunità. Oltre al vicario generale, l’arcivescovo ha nominato convisitatori don Marco Pezzanera, cancelliere arcivescovile, don Francesco Verzini, responsabile dell’Ufficio liturgico, don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio amministrativo, e Massimo Cecconi, responsabile del Servizio informatico diocesano.
La Visita alle comunità delle Unità pastorali della VII Zona toccherà diverse realtà non solo di carattere ecclesiale, anche del mondo del lavoro, della scuola e del volontariato, socio-assistenziali e sanitarie (ospedali e case di riposo), istituzioni civili e forze dell’ordine, comunità di immigrati, associazioni del terzo settore, culturali e sportive, con oltre cinquanta incontri già calendarizzati.
R. L. /
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