(AGENPARL) - Roma, 4 Novembre 2025(AGENPARL) – Tue 04 November 2025 COMUNICATO STAMPA
Manovra: Cia, batosta per l’agricoltura. Vanificato il credito d’imposta
Il presidente Fini in audizione al Senato. L’art. 26 tradisce gli investimenti delle imprese. Non
bastano le proroghe fiscali
Roma, 4 nov – “Una manovra così è una batosta per l’agricoltura, vanificando il credito
d’imposta per il settore. Non c’è niente nella legge di Bilancio 2026 che aiuti davvero il comparto, a
cominciare dall’art. 26 che impedisce la compensazione dei crediti di imposta con i contributi
previdenziali e assistenziali, di fatto principale occasione di recupero per le imprese agricole”. A
dirlo, annunciando emendamenti, è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini,
oggi in audizione al Senato, davanti alle commissioni Bilancio riunite.
Dunque, non piace a Cia l’approccio di questa manovra, tradisce chiaramente un patto con
gli agricoltori prima incentivati ad ammodernare, e quindi investire, ma poi lasciati senza possibilità
vera di recuperare le spese. Oltretutto nella legge di Bilancio -sottolinea Cia-, è insufficiente per il
comparto anche il nuovo credito d’imposta, previsto per investimenti in beni strumentali per il
settore (art. 96). Nell’apprezzare gli intenti del Governo su tale misura, si sottolineano le esigue
risorse finanziarie stanziate, appena oltre i 2 milioni di euro, nonché il carico burocratico e gli
eccessivi adempimenti necessari alla sua attuazione.
“La nostra agricoltura è al palo. Servono interventi più concreti, strategici e di lungo periodo
per aiutare un settore sotto pressione -ha aggiunto Fini-. Apprezziamo le proroghe fiscali in
Manovra, quella dell’esenzione dal pagamento dell’Irpef agricola, come dall’accisa sul gasolio per
le attività nei campi, ma serve più coraggio da parte delle istituzioni per dare una sferzata ai conti
agricoli, sempre più segnati dagli alti costi di produzione e dall’instabilità commerciale”.
Per questo, nel dossier di Cia compare tra le proposte: il rifinanziamento del Fondo per
filiere agricole e la gestione delle crisi di mercato; la richiesta di nuovi investimenti in favore di
comparti strategici, ma in estrema crisi, come il cerealicolo; la proroga, dimenticata, del
rifinanziamento della Zes Agricola; oltre a sostegni adeguati contro fitopatie ed epizoozie e a
nuove risorse su “Più impresa” per supportare giovani e donne del comparto.