
(AGENPARL) – Thu 09 October 2025 A Matteo Giambartolomei (FdI) risponde la presidente della Giunta,
Stefania Proietti: “sottoscritto l’accordo con i sindacati.
Verranno affrontate le criticità”
(Acs) Perugia, 9 ottobre 2025 – Nella parte riservata al Question
time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa dell’Umbria,
il consigliere Matteo Giambartolomei (FdI) ha interrogato la
presidente della Giunta, Stefania Proietti rispetto alle ‘Criticità
emergenti nel nuovo Accordo Integrativo Regionale per la Medicina
Generale 2025’. Nel dettaglio ha chiesto di sapere: “quali azioni,
in considerazione della scarsissima adesione alle zone carenti, la
Giunta abbia intenzione di intraprendere per tutelare il diritto alla
salute dei cittadini, a garanzia dei territori a rischio, con anche
particolare ed ulteriore riferimento alle popolazioni in aree
geograficamente o demograficamente più critiche per la realizzazione
degli scopi e finalità del ruolo unico regionale; quali risorse
vengono previste per le eventuali azioni da parte della Giunta, in
considerazione del fatto che non appare possibile effettuare
interventi a costo zero; se vi siano in programmazione attività o
iniziative che permettano di rendere la Regione Umbria più attrattiva
per attrarre nuovi medici, fornendo garanzie di condizioni di lavoro
tali da incentivare all’adesione per poter coprire quanto prima le
zone carenti e portare a regime il ruolo unico”.
Nell’illustrazione del suo atto ispettivo, Giambartolomei ha
evidenziato che “la Regione Umbria conta una popolazione di 850 mila
abitanti, di cui 755mila in carico ai medici di medicina generale. La
popolazione risulta divisa in maniera non omogenea, con le due
principali città di Perugia e Terni con oltre 100mila abitanti, ed i
restanti comuni umbri con dimensioni variabili, in territori tanto
vasti quanto scarsamente popolati, passando dagli 83 abitanti del
Comune di Poggiodomo ai 55mila di Foligno. Il sistema di assistenza
territoriale per quanto riguarda la Medicina Generale è organizzato
secondo il modello delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (Aft)
con la gran parte dei medici associati in Medicina di Gruppo e di Rete
e ricompresi nelle Aft che eroga assistenza ad una popolazione di
circa 30mila abitanti. Sono state pubblicate le 167 zone carenti di
ruolo unico di medicina generale nella Regione Umbria e ad oggi è
stata data disponibilità per l’accettazione da parte di soli 12
medici e e che la maggior parte degli stessi ha subordinato la propria
accettazione al ruolo alla possibilità ad aderire alle forme di
associazioni esistenti. Lasciando così 155 zone carenti senza
copertura con il rischio di lasciare quasi un quarto della popolazione
umbra senza tutela ed assistenza medica di base e prossimità
ledendone direttamente i diritti costituzionalmente garantiti. Punto
fondamentale, da sempre nelle aspettative della Medicina Generale, è
la riduzione dell’enorme carico burocratico a cui la professione è
sempre più esposta, togliendo tempo ed impegno al professionista da
dedicare alla clinica ed all’assistenza dei propri pazienti. È
indubbio che la minore attrattività della professione del Medico di
Famiglia tra i giovani passa anche e soprattutto nella attuale non
possibilità di dotarsi di personale di segreteria e/o di infermieri
nei propri studi pur essendo disposti ad una compartecipazione alla
spesa per il personale. È innegabile che la mancanza di risorse per
il personale per alcuni medici di Assistenza primaria porta ad una
situazione di disparità di risorse anche per molti cittadini; ci sono
infatti cittadini di serie A, con personale amministrativo e/o
infermieristico a disposizione negli studi dei propri medici di
fiducia, e cittadini di serie B, soprattutto nelle zone più
disagiate, che non possono usufruire di tali servizi perché il
proprio medico di assistenza primaria non può usufruire di
compartecipazione alla spesa da parte della Sanità Pubblica. Anche
tutto questo giustifica la scarsa adesione dei nuovi medici alla
richiesta di partecipazione delle 167 zone carenti”.
La presidente Proietti ha risposto che “il 29 settembre è stato
sottoscritto l’accordo con le sigle sindacali riguardante gli
obiettivi di governo clinico e appropriatezza prescrittiva che la
Giunta ha recepito lo scorso primo ottobre. Obiettivo primario è la
piena realizzazione del ruolo unico come cardine dell’assistenza
primaria. Allo stesso tempo verranno affrontate le criticità, a
partire dalla scarsa adesione alle zone carenti e dalla necessità di
garantire l’assistenza nei territori a rischio e nelle aree disagiate.
A seguito dell’accordo collettivo nazionale, la Regione ha avviato
il confronto con le categorie rappresentative per dare attuazione in
ambito regionale e poi sottoscrivere l’accordo integrativo, che è una
delle azioni che dovrebbero dare maggiore ossigeno alle zone carenti.
Il confronto è iniziato il 14 settembre sull’ipotesi di accordo, che
si inserisce nella riorganizzazione delle cure primarie del servizio
sanitario regionale, che vede nel sistema di assistenza territoriale
un vero e proprio fulcro. Di questa ipotesi di accordo integrativo
regionale costituiscono parte integrante gli obiettivi di governo
clinico e di appropriatezza prescrittiva che tanto hanno a che fare
con le liste d’attesa. Le principali azioni che intraprenderemo sono
la rimodulazione e l’attualizzazione delle aggregazioni funzionali
territoriali, la garanzia di assistenza nelle aree disagiate
stabilendo che le aziende possano prevedere deroghe ai parametri della
effettività, la piena realizzazione del ruolo unico e della
continuità assistenziale, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Sono
inoltre previste misure per incentivare l’adesione per le zone carenti
e che hanno minore attrattività, tra le quali il sostegno al
personale di studio con garanzia della presenza del collaboratore di
studio per i componenti l’Associazione. Ma anche una nuova forma
associativa delle Aft, la formazione e le competenze avanzate,
l’integrazione e la rete con misure volte al contrasto
dell’isolamento. Il nuovo accordo integrativo non si limita solo a
superare i precedenti accordi in termini di efficacia, ma introduce un
approccio innovativo con accordi organici, cercando di superare la
logica degli accordi. Per quanto riguarda le risorse previste per le
azioni, si introduce nella gestione delle risorse un criterio,
condiviso con le rappresentanze sindacali, che permette di rivalutare
e riorientare le risorse già analizzate verso finalità attualizzate,
massimizzandone l’impatto sul potenziamento di riorganizzazione. Con
lo sviluppo di questa seconda fase di contrattazione sarà definita
anche l’entità complessiva delle risorse. L’ipotesi di accordo però
prevede fondi per l’associazionismo e l’indennità di Aft, incentivi
per le zone disagiate, finanziamento dell’indennità digitale”.
Nella sua replica Giambartolomei ha detto che “cercheremo di seguire
l’evoluzione, sperando che le misure annunciate siano efficaci. Ci
auguriamo che sarà stanziato quello che è necessario. Mi risulta che
l’accordo sugli obiettivi clinici non sia stato sottoscritto da
alcuni sindacati perché sottofinanziato. Seguiremo lo sviluppo di
questo tema perché riguarda un’assistenza fondamentale per i
cittadini, quello dei medici di medicina generale”. DMB/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80965
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