
Il 25 settembre scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale una legge recante “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale (IA)”. Il provvedimento, in vigore dal 10 ottobre, rappresenta il primo quadro normativo organico sull‘uso dell‘IA in Italia, applicabile sia alla pubblica amministrazione sia al settore privato.
La legge, composta da 28 articoli suddivisi in 6 capi, si armonizza con il Regolamento europeo (UE) 2024/1689, noto come AI Act, introducendo anche specificità nazionali. Tra i punti di forza si segnala la chiarezza normativa e il quadro sistemico, che colma un vuoto regolatorio fornendo riferimenti certi per istituzioni, imprese e cittadini. Fondamentale è l‘attenzione alla tutela dei diritti fondamentali, con particolare riferimento ai principi di trasparenza, sicurezza, non discriminazione, proporzionalità e supervisione umana.
La legge interviene in ambiti critici come sanità, giustizia, lavoro, istruzione, pubblica amministrazione e cybersicurezza, definendo limiti e criteri di impiego dell‘IA. Viene inoltre introdotto un nuovo reato, relativo alla diffusione illecita di contenuti falsificati con IA, a tutela della veridicità dell‘informazione e della dignità personale. Non mancano però alcune criticità: molte disposizioni rinviano a decreti attuativi non ancora adottati, rendendo incerto l‘impatto concreto della legge nel breve termine. Inoltre, non è prevista un‘autorità unica nazionale per l‘IA e la governance risulta frammentata tra più soggetti, senza un ente centrale indipendente con poteri di controllo, vigilanza e sanzione.Meritocrazia Italia, pur sostenendo l‘uso dell‘intelligenza artificiale anche nella p.a., ritiene fondamentale che l‘adozione di queste tecnologie avvenga nel rispetto di principi di razionalità, equilibrio e valorizzazione del capitale umano. A tal fine propone:
– l’istituzione di un‘Autorità nazionale per l‘IA: un ente autonomo, sul modello dell‘Agenzia per l‘Italia Digitale (AgID) o del Garante per la Protezione dei Dati Personali, dotato di poteri ispettivi, di monitoraggio e di supporto tecnico alle PA e alle imprese;
– la riduzione dei tempi dei decreti attuativi: occorre accelerare l‘emanazione dei provvedimenti secondari per garantire l‘efficacia della legge;
– la formazione obbligatoria nella p.a., con percorsi formativi su IA per dirigenti pubblici e personale amministrativo, al fine di favorire un uso consapevole e conforme delle tecnologie;
– la costituzione di un organismo multidisciplinare di monitoraggio incaricato di seguire l‘evoluzione dell‘IA in Italia e di presentare relazioni semestrali al Parlamento su rischi, benefici e raccomandazioni. La nuova legge rappresenta un passo significativo verso una regolamentazione responsabile dell‘intelligenza artificiale in Italia. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dall‘attuazione concreta, dalla governance istituzionale e dalla capacità del sistema pubblico e privato di coniugare innovazione, diritti e trasparenza.
Stop war.
