
(AGENPARL) – Mon 06 October 2025 Gli olivicoltori scrivono al ministro Lollobrigida: “Serve un’attività
straordinaria di controlli per prevenire azioni illegali e tutelare il
comparto”
Da moltissimi mesi gli scambi di olio extravergine oliva Italiano vengono
realizzati con un range di quotazione tra 7 e 7,7 euro/litro. Il sistema
Italia, nelle ultime due campagne di produzione non ha mai registrato
valori così bassi. E’ quanto è scritto in un’accorata lettera-appello
indirizzata al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e
sottoscritta da Cia-Agricoltori, Italia Olivicola e da una trentina di
grandi organizzazioni di produttori, cooperative, realtà associative di
tutto il settore olivicolo-oleario italiano che si chiedono, innanzitutto,
come sia possibile registrare tali valori nelle vendite di olio sfuso. Ci
dicono che ci siano prezzi di acquisto da frantoi e da aziende agricole
ancora più bassi tra 5 e 6 euro. È possibile che ci siano “agricoltori” o
“frantoi” così all’oscuro delle quotazioni delle borse merci, che hanno
venduto il loro prodotto sottocosto? Considerando che il nostro paese si è
dotato del SIAN e della fatturazione elettronica, strumenti potentissimi di
analisi, sarebbe abbastanza agevole scremare la grande platea degli
operatori del settore e selezionare le vendite e gli acquisti effettuati
molto di sotto delle quotazioni di mercato e i relativi operatori per
approfondirne le dinamiche e finalizzare meglio l’attività di controllo.
Nella lettera si sostiene inoltre che “nel nostro paese, nell’ultima
campagna, si è prodotto pochissimo olio extravergine di oliva e le
quotazioni durante il periodo di raccolta e molitura – ottobre 2024 gennaio
2025 – si sono mantenute stabili e abbastanza omogenee nei diversi areali
produttivi. Condizione che, a nostro avviso, è stata garantita anche da
un’attività puntuale svolta dagli organi di controllo durante le fasi di
raccolta. Di ciò abbiamo tutti unanimemente dato merito, al sottosegretario
La Pietra, che ha fortemente voluto tale attività straordinaria. La
pressione e i timori di tali controlli interforze hanno generato negli
operatori disonesti un freno formidabile per le attività illecite (false
fatture di acquisto di olive e/o importazioni illegali di olio sfuso).
Purtroppo finita la parte straordinaria di controlli, a nostro avviso, le
attività illegali sono riprese come e più di prima”.
Nella lettera infine si chiede di compiere un’ulteriore attività
straordinaria perché – scrivono gli olivicoltori – siamo convinti che,
stante il divario delle quotazioni di questa campagna degli oli italiani
con quelli esteri, questa volta sia possibile sgominare speculatori e
consentire alla stragrande maggioranza degli operatori della filiera
olivicola di cogliere le opportunità che il mercato offre e di riportare in
auge una delle perle del Made in Italy.