
(AGENPARL) – Fri 03 October 2025 Convention Energies and transition. Cavion (in veste di presidente del Caem) spiega problematiche e prospettive per produzioni energetiche da fonti rinnovabili
Quella che pagano le micro e piccole imprese è la bolletta elettrica più cara d’Europa (supera del 22,5% la media UE). Lo scorso anno i settori a maggiore prevalenza di micro e piccole imprese hanno pagato l’elettricità 8,8 miliardi, con 1,6 miliardi di maggiori costi rispetto alla media europea. A gonfiare le cifre è anche il prelievo fiscale e parafiscale (+117% rispetto alla media UE) e paradossalmente il fisco in bolletta cala al crescere dei consumi energetici. Sono alcune di dati evidenziati nel corso dell’annuale convention ‘Energies and transition’ di Confartigianato (Domus de Maria, Cagliari, dal 1° al 3 ottobre, ndr) che ha visto tra i relatori della giornata di apertura Gianluca Cavion nella sua veste di presidente del Caem, Consorzio Energia promosso da 32 associazioni del sistema Confartigianato, tra cui Vicenza.
Secondo la classifica delle regioni e province per l’extra costo per l’energia elettrica rispetto all’Unione europea nei settori a maggiore presenza di micro e piccole imprese (alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, tra cui gioielleria ed occhialeria) stilata da Confartigianato, il Veneto (con 231 milioni) è dietro alla sola Lombardia (443 milioni) e a livello provinciale Vicenza con 62milioni è quarta dopo Brescia (80 milioni), Milano (65 milioni) e Torino (64 milioni).“Il caro energia, con cui da anni ci troviamo a fare i conti, apre un dibattito che va al di là dei cancelli delle nostre imprese – commenta Cavion-. I prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili tra gennaio e luglio 2025 sono superiori del 49,8% rispetto alla media 2021. La situazione non è più quindi sostenibile economicamente. Va aperto perciò un dialogo con tutte le parti in causa cercando di trovare soluzioni e leve che possano offrire opportunità concrete per cittadini, imprese e territori. Ad esempio, possiamo affermare ormai che le rinnovabili sono una leva per ridurre i costi, aumentare la competitività e valorizzare le risorse locali”. “Le imprese – aggiunge il presidente-, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, possono diventare protagoniste di questa transizione energetica. Non solo come consumatori, ma come produttori e aggregatori. I cittadini, dal canto loro, possono beneficiare di energia più accessibile, più pulita e più equa”.
Nel corso della convention si è parlato anche di nucleare: “Tema rilevante e importante e non deve più essere un tabù parlarne. Sappiamo che l’autonomia energetica di un Paese, per quanto possibile, è strategica per la sua crescita. Penso sia ora di interrogarci su questa soluzione in modo non ideologico ma pratico e concreto”.Altro aspetto rilevante, sul quale si riscontrano posizioni diverse, riguarda le concessioni idroelettriche. “L’Antitrust – spiega Cavion- ha recentemente ribadito con forza che il sistema attuale, basato su proroghe e rendite di posizione, scoraggia gli investimenti, danneggia la concorrenza e penalizza la modernizzazione degli impianti. Probabilmente è il momento di ripensare il modello, con l’opportunità di costruire un nuovo patto tra energia e territorio. Le concessioni devono diventare strumenti di sviluppo locale, con meccanismi che restituiscano valore ai territori, favoriscano la partecipazione delle imprese e incentivino investimenti in efficienza e innovazione”.Innovazione che passa anche attraverso gli investimenti green che però procedono con il freno a mano tirato considerati gli elevati oneri finanziari imposti dalla stretta monetaria e la scarsa efficacia del piano “Transizione 5.0”: al 15 settembre 2025 risultano inutilizzati 4,2 miliardi di euro, pari al 68,1% delle risorse disponibili. “Un’occasione mancata che va recuperata con un cambio di passo nella strategia pubblica di sostegno alla transizione ecologica”, precisa Cavion.È indubbio, infatti, che tecnologia e sostenibilità siano legate a doppio filo. La prima permette di trovare soluzioni innovative per ottimizzare l’uso di fonti rinnovabili, la seconda supporta l’uso della tecnologia. Basti pensare quanta energia utilizzano l’IA, i data center, i servizi informatici e via dicendo. “Abbiamo capito, entrando ogni giorno nelle imprese dei nostri associati, quanto sia importante l’intervento tecnologico nelle aziende, nella scelta dei macchinari e delle attrezzature. Il ruolo dei Consorzi è fondamentale nella negoziazione di tariffe agevolate a favore del risparmio in bolletta per imprese e famiglie, inoltre da qualche anno stiamo ampliando l’offerta con nuove forme di consulenza tecnica per supportare gli imprenditori nelle scelte strategiche anche dal punto di vista di innovazione tecnologia e del risparmio energetico”, prosegue Cavion.
“Serve ridurre gli oneri impropri in bollette e diversificare le fonti – aggiunge Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto –. Se un’azienda veneta paga il 22,5% in più rispetto alla media europea, significa che partiamo svantaggiati rispetto ai nostri concorrenti diretti. Non chiediamo sconti o trattamenti di favore ma un quadro normativo che metta tutte le imprese sullo stesso piano, indipendentemente dalla dimensione. L’energia deve essere un fattore di crescita, non un ostacolo: per questo Confartigianato continuerà a chiedere con forza regole più eque e investimenti che garantiscano stabilità e sostenibilità ai nostri territori”
Al proposito il presidente Cavion ha ricordato che alcune Associazioni del sistema Confartigianato, proprio come Vicenza, hanno scelto di supportare le imprese interessate alle rinnovabili, strutturando anche Comunità Energetiche e dotandosi di competenze utili per fornire consulenza sulle scelte da fare.
Ma il tema della transizione energetica, nella logica delle piccole imprese, passa anche attraverso la scelta di investimenti verso le rinnovabili. “Le grandi banche sono interessate, ma con le BCC territoriali è più semplice confrontarsi perché espressione dei nostri territori, senza dimenticare che da questo punto di vista i Consorzi fidi sono i nostri primi alleati, al fine di poter affiancare le nostre aziende verso scelte consapevoli e funzionali per scelte sostenibili. Va tenuto a mente infatti che, quando si parla di sostenibilità, anche quella economica ha il suo peso”, conclude il presidente.
Comunicato 131 – 03 ottobre 2025