
(AGENPARL) – Tue 30 September 2025 *Scuola. Piccolotti (AVS): Su parità di genere e sessualità, la destra
vuole il consenso delle famiglie. Legittimano una pericolosissima cultura
del maschilismo e della discriminazione. Un favore ai fondamentalisti*
Oggi in commissione istruzione la maggioranza ha votato contro persino ad
un emendamento a prima firma Manzi che avrebbe sottratto al perimetro del
consenso informato le attività dedicate alla parità di genere e
all’educazione alle differenze. Sostanzialmente é stato sancito che per
spiegare a bambine e bambini che hanno tutti e tutte gli stessi diritti e
le stesse libertà, a prescindere dal proprio genere, é necessario chiedere
il consenso alle famiglie.
Lo afferma Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verde e Sinistra.
È stato anche sancito prosegue la deputata rossoverde della commissione
Cultura di Montecitorio – il diritto delle famiglie di vietare queste
attività ai propri figli e figlie, e quindi in sostanza di promuovere
indisturbati una cultura educativa improntata al maschilismo e alla
discriminazione. É così che il governo intende promuovere una società
libera e combattere la piaga della violenza contro le donne, di quella
omofobica e della cultura del possesso e dello stupro?
Poco dopo hanno respinto anche diversi emendamenti che chiarivano che le
attività attinenti alla sessualità devono avere un fondamento scientifico e
rispettare le linee guida dell’Oms e dell’Unesco. E non finisce qui, perché
c’è un emendamento di Mara Carfagna, per il momento accantonato, che
chiarisce che per informare gli studenti e le studentesse sulle malattie
sessualmente trasmissibili, come l’HIV, o come la sifilide e la gonorrea
che sono in aumento tra i giovani, é necessario chiedere il consenso
informato alle famiglie. Vogliono stabilire che le famiglie possano negare
ai propri figli e figlie adeguate informazioni sull’HIV dopo che per
decenni i giovani sono stati giustamente bombardati da campagne informative
volte a ridurre il rischio di trasmissione.
È solo follia? Purtroppo no, ormai sembra di non essere più nel parlamento
italiano ma – conclude Piccolotti – in quello di Kabul.
Lo rende noto l’ufficio stampa – Roma, 30 settembre 2025