
In un’Italia che cerca nuove strade verso la sostenibilità e la coesione sociale, è sorta nel cuore di Roma la comunità energetica “Le Vele”, un modello virtuoso che si candida a diventare un modello per l’intero Paese.
Questo progetto non è solo un esempio di innovazione tecnologica, ma un simbolo di come l’energia pulita possa generare valore economico e sociale. Soprattutto quando si va nella direzione dell’originale concetto di comunità.
Le comunità energetiche rinnovabili (CER) devono rappresentare un’iniziativa che va oltre la semplice produzione di energia. Sono associazioni di cittadini, enti locali, imprese o enti del terzo settore che si uniscono per produrre, consumare e condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili. L’obiettivo è duplice: ridurre l’impatto ambientale e creare un beneficio diretto per i membri della comunità, che diventano allo stesso tempo produttori e consumatori.
Il quadro normativo sulle CER è il risultato di un percorso legislativo progressivo, avviato in risposta alle direttive europee. Il primo passo significativo è stato compiuto con il Decreto Milleproroghe, che ha introdotto per la prima volta una fase sperimentale per l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche rinnovabili, recependo in anticipo alcune disposizioni della Direttiva Europea RED II (UE 2018/2001) sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Successivamente, il Decreto Legislativo n. 199 del 2021 ha recepito integralmente la direttiva RED II. Questo decreto ha fornito una definizione più completa delle CER, ampliando i limiti di potenza degli impianti e il raggio d’azione delle comunità. Infine, il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica n. 414 del 2023, noto come Decreto CACER, entrato in vigore a gennaio 2024, ha definito le regole operative e gli incentivi per sostenere la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso.
Le CER si basano su un principio di condivisione e solidarietà. L’energia prodotta in eccesso viene immessa nella rete, ma i vantaggi economici derivanti dalla produzione e dallo scambio vengono distribuiti tra tutti i partecipanti alla comunità, che siano essi enti, aziende o singole famiglie. Questo meccanismo incentiva la produzione locale di energia e riduce la dipendenza dalle fonti tradizionali.
Il progetto “Le Vele”, sito presso l’Istituto Leonarda Vaccari, ha permesso di abbattere la bolletta elettrica di ben il 51%. Un risparmio straordinario, che l’istituto ha scelto di reinvestire interamente per migliorare e ampliare i suoi servizi di assistenza a bambini e persone con disabilità, dimostrando come la transizione energetica possa avere un impatto tangibile sulla vita delle persone.
Il successo di “Le Vele” non è un caso isolato, ma un esempio che evidenzia il potenziale delle comunità energetiche in Italia. Esse rappresentano una leva strategica per la decarbonizzazione, ma anche un potente strumento di rigenerazione urbana e sociale. Possono favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, promuovere la partecipazione civica e ridurre la povertà energetica, rendendo l’energia accessibile a tutti. In un’Italia che si interroga sul proprio futuro, le CER offrono una risposta concreta, trasformando la sfida energetica in un’opportunità di sviluppo equo e sostenibile.
Meritocrazia Italia chiede che questi progetti virtuosi vengano trasformati in una best practice di riferimento normativo. Si crei un allegato, un disciplinare operativo al Decreto CACER 2023 che trasformi i progetti in una pratica decodificata e facilmente replicabile su tutto il territorio nazionale.
Stop war.
