
L’ex direttore dell’FBI, James Comey, è stato incriminato con due capi d’accusa: false dichiarazioni e ostacolo alla giustizia. L’incriminazione è stata sollecitata dopo che l’amministrazione Trump ha sostituito il procuratore degli Stati Uniti per il distretto orientale della Virginia con Lindsey Halligan, assistente della Casa Bianca, poco prima della scadenza del termine di prescrizione.
Il Procuratore Generale Pam Bondi ha commentato l’accusa senza nominare direttamente Comey, scrivendo su X che l’atto d’accusa serve a dimostrare che “nessuno è al di sopra della legge”. Bondi ha aggiunto: “L’atto d’accusa odierno riflette l’impegno del Dipartimento di Giustizia nel ritenere responsabili coloro che abusano di posizioni di potere, ingannando il popolo americano. Seguiremo i fatti in questo caso”.
Secondo NBC News, le accuse derivano probabilmente dalla testimonianza resa da Comey davanti alla Commissione Giustizia del Senato il 30 settembre 2020. In quell’occasione, Comey aveva confermato la sua precedente dichiarazione del 2017 in cui negava di aver autorizzato fughe di notizie sulle indagini dell’FBI sul Presidente Donald Trump o su Hillary Clinton.
Tuttavia, un rapporto dell’Ispettore Generale del Dipartimento di Giustizia del 2018 aveva rilevato che l’allora vice di Comey, Andrew McCabe, aveva affermato di essere stato autorizzato da Comey stesso a divulgare informazioni alla stampa. È stato inoltre evidenziato che anche McCabe aveva rilasciato “molteplici dichiarazioni false o fuorvianti”.
L’incriminazione segue l’avvio di un’indagine da parte dell’FBI a luglio sull’operato di Comey e dell’ex direttore della CIA, John Brennan, riguardo al loro ruolo nell’indagine sulla presunta collusione tra il Presidente Donald Trump e la Russia.