
(AGENPARL) – Thu 25 September 2025 L’Assemblea legislativa dell’Umbria respinge a maggioranza la
mozione di Arcudi (Tp-Uc), Giambartolomei, Pace (FdI) e Tesei (Lega)
(Acs) Perugia, 25 settembre 2025 – L’Assemblea legislativa
dell’Umbria ha bocciato con 8 voti favorevoli e 11 contrari la
mozione presentata da Nilo Arcudi (Tp-Uc), Matteo Giambartolomei,
Eleonora Pace (FdI) e Donatella Tesei (Lega) per chiedere il “ritiro
della manovra fiscale regionale 2025 alla luce della relazione della
Corte dei conti sul rendiconto generale”.
Nilo Arcudi ha presentato l’atto di indirizzo parlando di “un
quadro ora più chiaro della situazione finanziaria della Regione e di
precisazioni sul presunto disavanzo di centinaia di milioni di euro.
Un dato utilizzato come una clava per paventare un commissariamento
imminente e giustificare le nuove tasse. Mentre invece la Corte dei
conti si è espressa con dati puntualissimi ed ha contestato che dai
titoli dei comunicati pubblicati nel mese di marzo nei siti
istituzionali della Giunta regionale e dell’Assemblea legislativa
emergeva un disavanzo in sanità di 243 milioni di euro. Numeri non
congruenti con i dati emersi dal documento Prime evidenze rilasciato
da Kpmg il primo aprile 2025, da cui si evince che il disavanzo per il
sistema sanitario regionale è di 34 milioni di euro. Quindi non 243
milioni ma 34. Inoltre la Corte ha osservato che il dato dei 243
milioni si riferiva esclusivamente alle aziende sanitarie ospedaliere
non considerando le risultanze positive della gestione sanitaria
accentrata e che quindi non poteva essere attribuito all’intero
sistema sanitario regionale. La Corte ha anche ribadito che il payback
e le premialità già note nei meccanismi contabili avrebbero dovuto
essere considerati nel calcolo complessivo.
La Regione avrebbe quindi potuto avere contezza della reale situazione
dei bilanci della sanità. E’ stato invece creato appositamente un
clima negativo per giustificare un aumento delle tasse utile a
finanziare certi interventi. Chiediamo oggi di fare una scelta di
coraggio, nell’interesse dei cittadini, valutando una manovra
correttiva che azzeri gli aumenti di Irpef e Irap. Una decisione che
dimostrerebbe senso di responsabilità e coraggio. La politica
interessa ormai poco ai cittadini ma i problemi della sanità e
l’aumento delle tasse è invece al centro dell’attenzione. Inutile
cercare di far finta che questa manovra fiscale non ci sia stata,
occupandosi di questioni internazionali. Queste nuove tasse potevano
essere evitate razionalizzando i costi della sanità e il bilancio
della Regione. Inoltre i 184milioni che entreranno con le nuove tasse
non è neanche chiaro come verranno utilizzati, se serviranno davvero
per migliorare il servizio sanitario”.
Cristian Betti (Pd): “Su incarico del vice presidente e assessore
Tommaso Bori svolgo quella che doveva essere la sua relazione: Se
siete così convinti di quanto scrivete, senza alcun rispetto reale
per i cittadini, soprattutto per quelli che vi hanno dato fiducia,
fate una seria analisi del bilancio regionale da Voi stessi approvato.
Quali erano, prima della manovra, le risorse regionali ‘disponibili
nel Bilancio di previsione 2025-2027’ che avremmo potuto utilizzare
per far fronte non solo ai disavanzi in sanità ma anche agli altri
interventi prioritari e urgenti richiamati? Una risposta da dare
approfondendo con serietà e senso di responsabilità i numeri ed
evitando di individuare strumentalmente risorse inesistenti come gli
utili del bilancio consolidato o non utilizzabili come il payback da
dispositivi medici e gli accantonamenti del Rendiconto 2024. Quando si
definisce la manovra fiscale attuata dalla Giunta regionale gravosa si
tralascia volutamente di precisare che ha ridotto l’imposta da
versare al 70 per cento dei cittadini rispetto a quanto pagavano fino
al 2024, avendo azzerato la maggiorazione regionale per le fasce di
reddito più deboli.
Aggiungo alcune considerazioni personali su quanto viene riportato
nella mozione. Si tratta della replica di una discussione ampia e
approfondita già svolta in questa Aula. E’ legittimo continuare a
battere su quello che viene considerato un tasto dolente per la
maggioranza. Quindi sappiamo che dovremo continuare a sentire queste
argomentazioni per tutta la Legislatura. A queste continue
sollecitazioni, a cui abbiamo già risposto, possiamo solo aggiungere
che le motivazioni della manovra sono quelle già state spiegate in
molte altre occasioni. Il disavanzo è stato certificato dal tavolo
tecnico del Mef. Ed è quindi inutile continuare a ripeterlo. Capiamo
le ragioni politiche che hanno portato a questo atto di indirizzo ma
siamo costretti a votare contro per le stesse ragioni che abbiamo
spiegato ripetutamente, anche in Commissione”.
Donatella Tesei (Lega): “Questa mozione non è una replica degli
altri atti. Sono le vostre dichiarazioni che sono state superate e
smentite dalla Corte dei conti: l’ammontare di 34 milioni del
disavanzo è stato ribadito e chiarito. Invece di usare risorse anche
non spese abbiamo accantonato in modo eccessivo, come evidenziato
dalla Corte. Il Payback è stato oggetto di negoziazione tanto che il
Governo ha partecipato e consentito alle Regioni di ridurre gli
importi. Ed è stata prevista la possibilità di slittamento al 2025.
L’impatto di questa manovra fiscale su una regione debole come la
nostra sarà notevole. E non basterà la Zes, che pure darà delle
opportunità alle imprese. La manovra colpirà i ceti medio bassi con
tasse che non erano necessarie, dato che i fondi per il
co-finanziamento si sono sempre trovati. Quando si tratterà di pagare
l’aumento delle tasse sarà troppo tardi per ridurre l’impatto sul
sistema socio economico della Regione”.
Stefania Proietti (Presidente Giunta): “La manovra è stata
necessaria sia sul piano sanitario che per il co-finanziamento dei
fondi europei, come per quelli sulla disabilità. Rispetto al payback
dispositivi, concordiamo che le aziende non possono fallire e per
questo agiremo sul 25% che dovrà essere incassato nell’anno
corrente. La manovra avrà certamente un impatto sulle fasce di
popolazione con un reddito medio-alto, sopra i 28 mila euro. Ma il 70%
degli umbri ha un reddito inferiore e vedrà una decurtazione delle
tasse. Le aziende sanitarie sono in disavanzo dal 2019. Il fondo della
sanità aumento in misura inferiore all’aumento di costi e spese. Il
finanziamento per regioni come Umbria, Marche e Abruzzo è sfavorevole
perché i parametri premiano le regioni con popolazione maggiore.
Abbiamo chiesto l’attuazione di nuovi criteri di riparto. Anche
l’Abruzzo ha varato una sua manovra finanziaria per lo stesso
motivo. In Umbria abbiamo ridotto l’impatto della manovra sul 73%
dei redditi, quelli sotto i 28mila euro all’anno. E per loro non ci
sarà un impatto negativo. L’impatto sul restante 27% sarà il più
equo possibile. E quei soldi andranno a coprire i costi aumentati
delle Rsa, gli effetti del Payback sulle aziende, il co-finanziamento
dei fondi europei, la riduzione delle liste di attesa. Sono alcune
delle necessità che proprio la minoranza ha segnalato con i suoi atti
di indirizzo”.
Nilo Arcudi ha infine replicato: “L’elemento nuovo di questa
mozione è la valutazione della Corte dei conti su quel processo
comunicativo e amministrativo. E su questo non ci sono state risposte.
I cittadini ci chiedono per quale motivo la Regione prosegue nella
attuazione della manovra fiscale se ci sono organismi che hanno
chiarito quale è la situazione dei conti e del bilancio. Saremo molto
attenti sull’impiego delle risorse aggiuntive e sugli interventi che
verranno finanziati”. MP
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80858
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