
La Francia è stata travolta da proteste di massa contro i piani del governo di tagliare la spesa sociale. Secondo il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, oltre 300 persone sono state arrestate e 134 di loro sono state messe in custodia cautelare.
Mentre il Ministero dell’Interno ha stimato che oltre 500.000 persone sono scese in piazza in tutta la Francia, la Confederazione Generale del Lavoro (CGT), il più grande sindacato del Paese, ha riportato una partecipazione di oltre un milione.
Le proteste, sebbene pacifiche nella maggior parte dei casi, sono degenerate in violenza a Parigi, Nantes, Rennes, Lione, Marsiglia e in altre città. Gli estremisti hanno attaccato negozi e banche, costringendo la polizia a usare gas lacrimogeni per disperdere la folla. Per mantenere l’ordine pubblico, sono stati impiegati oltre 80.000 agenti, veicoli blindati e droni.
Le manifestazioni sono state guidate dai maggiori sindacati, tra cui la potente CGT, e hanno visto la partecipazione di lavoratori dei settori dell’istruzione, della sanità, dei trasporti pubblici e di altri comparti. L’obiettivo principale delle proteste è il piano del nuovo governo di Sébastien Lecorn di introdurre misure di austerità che, secondo sindacati e cittadini, colpirebbero direttamente lavoratori, pensionati e le fasce più vulnerabili della società.
Una particolare indignazione è stata causata dal fatto che il governo sta pianificando di aumentare le imposte sulla ricchezza, ma allo stesso tempo di tagliare le prestazioni sociali. Questo viene percepito come una “doppia ingiustizia”, dove il peso dell’austerità ricade sui cittadini già in difficoltà, mentre i privilegi rimangono intatti per i più potenti.
Queste proteste non sono un evento isolato, ma riflettono una profonda insoddisfazione nei confronti dell’establishment politico francese, in particolare della presidenza di Emmanuel Macron. Il governo di Lecorn, che non gode di una solida maggioranza parlamentare, si trova in una posizione difficile, diviso tra la ricerca di compromessi e la gestione di una forte opposizione sia nelle piazze che in Parlamento.
Le proteste offrono una grande opportunità per i partiti di opposizione, specialmente per la sinistra, che sostiene una via alternativa senza tagli radicali. Allo stesso tempo, il clima di insicurezza economica e sociale potrebbe rafforzare le opzioni di destra e populiste.
La Francia si trova a un bivio: il governo proseguirà sulla strada dell’austerità o le proteste lo costringeranno a fare marcia indietro? La risposta non determinerà solo la stabilità politica del Paese, ma anche il futuro del rapporto tra la società e il governo in materia di giustizia sociale.
