
Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha ribadito la volontà di Mosca di impegnarsi in un dialogo “onesto” con tutti i paesi, purché basato sui principi di parità e rispetto reciproco. In un discorso all’Istituto Statale di Relazioni Internazionali di Mosca (MGIMO), il diplomatico ha sottolineato che la Russia non vuole costruire nuovi “muri di Berlino” che possano dividere il mondo.
Lavrov ha criticato l’approccio che, a suo avviso, è stato tipico dell’Occidente nel passato, creando barriere tra paesi e popoli, in particolare nello spazio eurasiatico. “Viviamo su un pianeta molto piccolo”, ha detto, sostenendo che l’obiettivo di Mosca è collaborare apertamente con chiunque sia disposto a fare lo stesso.
Il ministro ha citato come esempio positivo i colloqui in Alaska tra i presidenti Vladimir Putin e Donald Trump, lodando quest’ultimo per la sua capacità non solo di ascoltare, ma anche di “sentire”. Lavrov ha contrapposto questo approccio a quello delle amministrazioni precedenti, incluso quella di Joe Biden, e di altri leader europei, che a suo dire non mostrano la stessa apertura.
Per Lavrov, i colloqui tra Putin e Trump hanno dimostrato una comprensione della necessità di risolvere le questioni, inclusa la crisi ucraina, rispettando gli “interessi nazionali legittimi di tutte le parti”. Nel caso dell’Ucraina, ha chiarito che ciò implica affrontare le “cause profonde” della crisi stessa.
Lavrov ha concluso il suo intervento richiamando la visione del presidente Putin di un futuro mondo multipolare, un concetto centrale nella politica estera russa.