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Comunicato Stampa
5 settembre 2025
Afghanistan: Save the Children in prima linea nelle zone colpite dal terremoto. Una bimba nata tra le macerie grazie all’aiuto di un’ostetrica dell’organizzazione
“La comunità internazionale non distolga lo sguardo. Servono fondi di emergenza immediati”
Circondata da distruzione e macerie, Pakiza*, un’ostetrica che lavora da 4 anni con Save the Children in Afghanistan, ha attraversato strade bloccate camminando per ore per raggiungere le zone colpite dal terremoto, dove le è stato chiesto subito di aiutare una donna incinta in travaglio.
Lo dichiara Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Senza una tenda e con solo un kit di primo soccorso, Pakiza* ha aiutato la madre a trovare un luogo sicuro per partorire la sua bambina sana, ed è rimasta per offrire supporto alla comunità e stabilizzare madre e neonata.
“La bambina è nata in mezzo agli alberi, senza tenda, senza un tetto a proteggerla. È stata una situazione difficile, ma mi sento sollevata perché sono riuscita ad aiutare la mamma e la bimba – ha detto Pakiza* – Come ostetrica e operatrice sanitaria, chiedo alle organizzazioni umanitarie di fornire supporto medico alle comunità colpite, soprattutto alle donne. Ad esempio, le squadre sanitarie mobili dovrebbero essere dotate di forniture necessarie per il parto”.
Nelle ultime ore un’ondata continua di scosse di assestamento nell’Afghanistan orientale (l’ultima registrata ieri sera) ha continuato a spaventare i bambini e le bambine, che hanno in molti casi già perso le loro famiglie e le loro case nel terremoto più letale degli ultimi trent’anni nel Paese: il bilancio delle vittime secondo diversi media è salito ormai a 2.200[1].
Secondo le Nazioni Unite, più di 260.000 bambini sono stati colpiti dal terremoto e circa 280 sono rimasti orfani. Oltre 5.000 abitazioni sono state distrutte, costringendo bambini e famiglie ad ammassarsi in tende o a dormire all’aperto, usando in alcuni casi sacchi di riso come giacigli[2].
Ulfat* è rimasto ferito a causa del crollo della sua casa durante il terremoto; i suoi due figli sono stati curati per lievi ferite da un’équipe medica di Save the Children.
“Non posso fare nulla per i miei figli perché non ho niente – ha spiegato Ulfat* – Tutto quello che ho potuto fare è stato portarli in un posto più sicuro. Tutto ciò che possedevamo è sepolto sotto le macerie. In quel momento non potevamo pensare agli oggetti – le nostre vite erano in pericolo e abbiamo solo cercato di metterci in salvo”.
“Nel nostro quartiere ci sono casi in cui sono morte 11 persone in un solo nucleo familiare. Un altro vicino ha perso 15 familiari, un altro ancora cinque. Molte famiglie sono in questa situazione”.
Save the Children ha allestito uno spazio per i bambini in una zona della provincia di Kunar dove sta fornendo supporto psicosociale essenziale ai bambini e uno spazio sicuro per le famiglie..
Nonostante le enormi difficoltà per riuscire a raggiungere i villaggi colpiti dalle scosse, quattro equipe sanitarie di Save the Children sono operative 24 ore su 24 e l’Organizzazione ha predisposto un sistema per portare acqua potabile in un distretto e dei servizi igienici portatili.
“I bambini stanno sopportando un dolore terribile: molti di loro hanno perso le persone più care e le loro case, mentre le scosse di assestamento continuano a ricordare loro la paura vissuta durante il terremoto. È un momento spaventoso per loro. La paura e il lutto che portano dentro non spariranno quando le macerie saranno rimosse. In migliaia avranno bisogno di aiuto a lungo termine”, ha dichiarato Samira Sayed Rahman, Direttrice dei Programmi e della Advocacy di Save the Children in Afghanistan.
“Le nostre squadre sanitarie mobili stanno operando in condizioni estremamente difficili per aiutare le persone colpite, inclusi neonati, bambini e madri. Ma è fondamentale che la comunità internazionale non distolga lo sguardo dall’Afghanistan. Per questo Save the Children chiede che vengano attivati urgentemente fondi di emergenza e venga data priorità ai bisogni dei bambini. Senza un’azione immediata e continuativa, nei giorni e nelle settimane a venire, la salute, la sicurezza e il benessere dei bambini sono a rischio”, ha concluso.
Le regioni nord-orientali ed orientali dell’Afghanistan hanno vissuto numerosi terremoti devastanti negli ultimi decenni, che hanno aggravato la crisi umanitaria in corso nel Paese, dove circa 23 milioni di persone – ovvero circa metà della popolazione – hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Save the Children opera in Afghanistan dal 1976, anche durante periodi di conflitto e disastri naturali. L’Organizzazione è presente con programmi in 10 province e collabora con partner in altre 11, offrendo servizi per la salute, la nutrizione, l’istruzione e la protezione dell’infanzia, rifugi, acqua, servizi igienico-sanitari e mezzi di sussistenza.
* Nomi modificati per motivi di protezione
Per sostenere l’attività di Save the Children in emergenza: https://dona-ora.savethechildren.it/dona-anche-tu-emergenza-adesso
[1]https://www.aljazeera.com/news/2025/9/4/afghanistan-earthquake-death-toll-rises-to-2200
[2]UNICEF Afghanistan Flash Update – Earthquake (Eastern region) – First 72hrs, 03 September 2025 – Afghanistan | ReliefWeb
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